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I PIU’ VIVI AUGURI DI UN SANTO NATALE E LIETO ANNO NUOVO
dal Prof. Giorgio Nicolini
Feliz Navidad - Joyeux Noël - Merry Christmas - Vrolijk Kerstfeest - Sretan Bozic
Zalig Kerstfeest - Wesolych Swiat - Fröhliche Weihnachten - Vrolijk Kerstfeest
■ Intervista della Radio Vaticana all'On. Carlo Casini e al Prof. Giorgio Nicolini
■ Le Miracolose Traslazioni della Santa Casa
■ La Traslazione Miracolosa in Ancona nel 1295
■ La Traslazione Miracolosa di Posatora (05.08.2009)
■ Le verità e le falsità sulla storia della Santa Casa (20.09.2009)
■ Inaugurazione Sede Papaboys Marche (12.05.2009)
■ Preghiera del Vescovo per la città di Ancona (11.06.2009)
■ Solenne Consacrazione di Ancona a Maria (28.06.2009)
■ Omelia Mons. Francesco Lasca - Festa della Beata Vergine del Carmelo (16.07.2009)
■ Festa del Mare: annuncio del Congresso Eucaristico ad Ancona (06.09.2009)
■ Festa del Mare: discorsi al popolo del Sindaco e del Vescovo (06.09.2009)
■ Conferenza di Magdi Cristiano Allam su Europa Cristiana Libera (16.10.2009)
■ Pellegrinaggio dell'immagine della Madonna di Loreto in Ancona (10.12.2009) (di 109 minuti) - www.telemaria.it/peregrinatio.wmv
■ Pellegrinaggio dell'immagine della Madonna di Loreto in Ancona (10.12.2009) (formato ridotto: di 20 minuti) - www.telemaria.it/pellegrinaggio.maria.wmv
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
IL TESTO DELLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI
- DA RECITARSI NEL SANTUARIO DI LORETO E NELLE CASE -
E' LEGGIBILE COLLEGANDOSI ALL'INDIRIZZO INTERNET
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI:
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDIUGORIE
NELLA PROSPETTIVA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
MESSAGGI DA MEDIUGORIE
Messaggio a Marija del 25 novembre 2009
Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Preparatevi con gioia alla venuta di Gesù. Figlioli, siano i vostri cuori puri e accoglienti affinché l'amore e il calore comincino a scorrere attraverso di voi in ogni cuore che è lontano dal Suo amore. Figlioli, siate le mie mani tese, mani d'amore per tutti coloro che si sono persi, che non hanno più fede e speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2009
Cari figli, in questo tempo di preparazione e di gioiosa attesa, Io come Madre desidero indicarvi ciò che è più importante: la vostra anima. Può nascere in essa mio Figlio? E' purificata con l'amore dalla menzogna, dalla superbia, dall'odio e dalla malvagità? La vostra anima ama al di sopra di tutto Dio come Padre e il fratello in Cristo? Io vi indico la strada che innalzerà la vostra anima all'unione completa con mio Figlio. Desidero che mio Figlio nasca in voi. Che gioia per me, la Madre. Vi ringrazio!
Cfr. indirizzo Internet: www.lavocecattolica.it/22dicembre2005.htm
Giovanni Paolo II, nell’Omelia tenuta a Loreto il 10 dicembre 1994, per l’apertura del VII Centenario della “Miracolosa Traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, disse: “Il Figlio di Dio fu concepito nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo e nacque nella notte di Betlemme… La Casa di Nazareth fu testimone del compimento della profezia di Isaia: “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele, che significa “Dio con noi” (Is.7,14). “Ecco la dimora di Dio con gli uomini”, è scritto nel libro dell’Apocalisse (21,3): queste parole si riferiscono prima di tutto alla stessa Vergine Maria, che divenne la Madre del Redentore, ma si riferiscono anche alla sua casa, nella quale questo mirabile mistero del “Dio con noi” ebbe inizio.
Il Natale, perciò, celebra questo ineffabile mistero del “Dio con noi” e la Grotta “davanti” alla Casa di Maria a Nazareth, luogo del concepimento del Figlio di Dio nel grembo verginale di Maria, è intimamente legata alla Grotta di Betlemme, luogo del parto verginale di Maria.
(Una profezia di Paolo VI, all’Angelus del 5 dicembre 1976)
esortiamo PURE voi, figli carissimi,
a cercare quei “segni dei tempi”
che sembrano precedere un nuovo avvento di Cristo fra noi.
Maria, la portatrice di Cristo, ci può essere maestra,
anzi ella stessa l’atteso prodigio
LE DUE “VENUTE” DI CRISTO
DELLA VITA POVERA CHE COMINCIO’ A FARE GESU’ FIN DALLA SUA NASCITA
(di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)
Dispose Iddio che nel tempo in cui nacque il suo Figlio in questa terra, uscisse l'ordine dell'imperatore che ognuno andasse a iscriversi nel luogo della sua origine. E così avvenne che dovendo andare Giuseppe con la sua sposa in Betlemme a farsi iscrivere secondo l'editto di Cesare, giunta l'ora del parto ed essendo stata Maria discacciata dalle altre case ed anche dall’ospizio comune dei poveri, fu ella costretta a starsene in quella notte in una grotta, ed ivi partorì il Re del cielo.
Se Gesù fosse nato in Nazareth, è vero che ancora sarebbe nato da povero, ma almeno avrebbe avuta una stanza asciutta, un poco di fuoco, pannicelli caldi ed una culla comoda. Ma no, egli volle nascere in quella grotta fredda e senza fuoco; volle che una mangiatoia gli servisse di culla, ed un poco di paglia pungente gli servisse di letto per più patire.
Entriamo pertanto nella spelonca di Betlemme, ma entriamo con fede. Se ci entreremo senza fede, altro non vedremo che un povero bambino che ci muove a compassione in rimirarlo così bello, che trema e piange per il freddo e per la paglia che lo punge. Ma se entreremo con fede e penseremo che questo bambino è il Figlio di Dio, che per nostro amore è venuto in terra e tanto patisce per pagare i nostri peccati, come sarà possibile non ringraziarlo e non amarlo?
Affetti e preghiere
Dolce mio Bambino, sapendo quanto hai patito per me, come ho potuto io esserti tanto ingrato con darti tanti disgusti? Ma queste lacrime che spargi, questa povertà che hai eletta per mio amore, mi fanno sperare il perdono delle offese che ti ho fatte. Mi pento, Gesù mio, di quante volte ti ho voltato le spalle e ti amo sopra ogni cosa. Mio Dio, da oggi innanzi tu hai da essere l'unico mio tesoro ed ogni mio bene. Ti dirò con sant’Ignazio di Loyola: Dammi l’amor tuo, dammi la tua grazia, e sono ricco abbastanza. Niente più voglio, niente desidero, tu solo mi basti, Gesù mio, vita mia, amore mio.
PAOLO VI
(Udienza Generale del 7 dicembre 1977)
Il Natale viene. Se noi cerchiamo di comprenderlo come il punto di contatto del Dio eterno con il flusso ininterrotto del tempo che passa ci riesce più facile, quasi naturale, considerare questo avvenimento nel passato, di cui il Vangelo fa storia, e nell’avvenire, di cui il Vangelo è profezia. Il Natale ci obbliga a pensare al Cristo venuto, e ci induce a pensare al Cristo che verrà.
Il nastro della storia porta incisa l’apparizione del Verbo di Dio fatto uomo: noi non avremo mai finito di considerare questo avvenimento: nella sua lenta e secolare preparazione, nella sua breve apparizione, nelle sue conseguenze che ci toccano ancora e fanno della nostra vita temporale un esperimento, una prova, al confronto di quella momentanea presenza di Cristo nei brevi anni della sua vita sulla terra, come nostro modello, nostro tipo di umanità, nostro maestro, nostro salvatore e fondatore della società della salvezza, della comunione esistenziale con Lui, la quale chiamiamo Chiesa.
Questo Avvento, che si è verificato in fatti per sé prodigiosi, ma quasi inavvertiti nella scena del tempo, fu tuttavia così importante da costituire il punto focale della storia del mondo; «… mysteria clamoris, quae in silentio Dei operata sunt»; furono, scrisse fin dall’inizio del secondo secolo il celebre Ignazio, Vescovo di Antiochia e martire a Roma, furono misteri clamorosi, ma compiuti nel silenzio di Dio (Sant’Ignazio d’Antiochia, Ad Ephesios, 19).
Il Natale temporale di Cristo fu l’epilogo dell’Antico Testamento, ma insieme fu l’inaugurazione del Nuovo Testamento, quello in cui ora si svolge la nostra presente esistenza; così che due venute di Cristo ci fa celebrare il Natale, quella di Betlemme, passata, ma folgorante nei secoli che le sono succeduti, fino a noi, fino alla fine del mondo, e quella futura, quando Cristo ritornerà, e sarà in una forma per noi difficile perfino ad immaginare, nella sua gloria per giudicare l’umanità intera, «i vivi ed i morti» cioè quelli che sono viventi della vita di Cristo e quelli che ne sono colpevolmente privi.
Il Natale non ha soltanto lo sguardo rivolto all’indietro, alla nascita di Gesù nel presepio; esso ha lo sguardo anche proiettato nel futuro alla nuova e futura venuta gloriosa di Cristo (Cfr. 2^Tess.2,1-12).
Questa previsione è piena di mistero, ma piena anche d’ineffabile realtà. «Sta scritto infatti: – scrive San Paolo (1^Cor.2,9-10) - Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito…».
E non dobbiamo noi dimenticare questo futuro avvento, escatologico come si definisce, che concluderà per l’eternità il regno di Dio e fisserà per sempre la nostra sorte. Esso pende sopra di noi quasi profetica sanzione alla fine del tempo, dell’accoglienza da noi fatta al primo Natale nel tempo ora a noi concesso.
Il senso della vita presente si rischiara alla luce della vita futura. I valori morali della nostra esistenza si impongono a noi all’estremo confronto con l’Avvento del Giudice, che ci fu fratello, maestro, modello, pane perfino di vita nel tempo presente, e che ci insegnò il senso della carità fraterna come titolo per l’ammissione alla società perenne e piena con la vita divina.
Non dunque un Natale profano e mondano sia ora il nostro, ma un momento di convergenza del Natale rievocato dal Vangelo con quello creduto e sperato per l’eternità, il Natale pio, buono, benefico di chi è cristiano.
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE E GLI HO MESSO CHIAVISTELLO E PORTE E HO DETTO:
FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE.
(Gb.38,10)
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