IL VESCOVO DI ANCONA MONS.
EDOARDO MENICHELLI CREATO
CARDINALE
UN NUOVO DONO DI DIO E DI
MARIA PER LA CHIESA DI
ANCONA
PRIMOGENITA DELLA CATTOLICA
RELIGIONE
Ankon Dorica Civitas Fidei
Qual è il motivo di quel
motto inciso da secoli e
secoli nello stemma
comunale, “Ancon
dorica Civitas Fidei”?
- “Ancona, Città della
Fede”: ciò per il fatto di
come questa città abbia
usufruito di privilegi unici
da parte di Dio e della
Vergine Maria e sia stata
plasmata e impregnata per
due millenni dalla Fede
Cristiana, con una ricchezza
di miracoli, di Santi e di
Reliquie, uniche al mondo:
basti pensare alla sola
Santa Casa di Nazareth a
Loreto, “miracolosamente”
collocata da Dio nel
territorio anconitano.
Si scriveva, in
proposito, nel lontano 1842,
in un “Catalogo” illustrante
le “Reliquie che si
conservano nella Cattedrale
di Ancona”: “Fra le
molte considerabili
Reliquie, che in questo
Santuario si conservano, son
degni di particolar
ricordanza tutte quelle
degli istrumenti della
Passione di N.S.G.C. ed in
particolar modo parte della
punta della Lancia, e della
Croce, una Spina, e grossa
parte d’un Chiodo. Oltre
quelle di tutti gli
Apostoli, Reliquia atta essa
sola ad illustrare qualunque
Chiesa si è l’intero Capo di
San Giacomo minore Apostolo,
e consobrino (= cugino) del
Redentore. Merita ancora
particolar menzione il
destro Piede di Sant'Anna
madre della gran Madre di
Dio, non che il pezzo di
Sasso, con cui fu lapidato
il Protomartire Santo
Stefano, per mezzo della
qual Reliquia Ancona
può assolutamente dirsi
primogenita della
cattolica religione
nella più bella parte del
mondo”(cfr.
in Internet l’intero
Catalogo delle reliquie
all’indirizzo:
www.lavocecattolica.it/reliquie.ancona.htm).
DAL CATECHISMO DELLA CHIESA
CATTOLICA
(Compendio, n.168 e n.162)
CHI APPARTIENE ALLA CHIESA
CATTOLICA?
Tutti gli uomini in vario
modo appartengono o sono
ordinati alla cattolica
unità del popolo di Dio. E’
pienamente incorporato alla
Chiesa cattolica chi, avendo
lo Spirito di Cristo, è
unito ad essa dai vincoli
della professione di fede,
dei sacramenti, del governo
ecclesiastico e della
comunione. I battezzati, che
non realizzano pienamente
tale cattolica unità, sono
in una certa comunione,
sebbene imperfetta, con la
Chiesa Cattolica.
DOVE SUSSISTE L’UNICA CHIESA
DI CRISTO?
L’unica Chiesa di Cristo,
come società costituita e
organizzata nel mondo,
sussiste nella Chiesa
cattolica, governata dal
Successore di Pietro e dai
Vescovi in comunione con
lui. Solo per mezzo di essa
si può ottenere la pienezza
dei mezzi di salvezza,
poiché il Signore ha
affidato tutti i beni della
Nuova Alleanza al solo
collegio apostolico, il cui
capo è Pietro.
IL BATTESIMO “COMUNE” A
TUTTI I CRISTIANI
CHE LI RENDE FRATELLI IN
CRISTO, IL FIGLIO DI DIO
Il
20 gennaio di tanti anni fa
ricevevo il Santo Battesimo,
come ogni altro cristiano in
un proprio giorno specifico.
Una occasione per ricordare
l’insegnamento della Parola
di Dio al riguardo, e la
fedeltà alle “promesse”
fatte, con “un esame di
coscienza”…
Prof. GIORGIO NICOLINI
C’è nella
nostra vita di Cristiani un
giorno - il giorno
meraviglioso, mi piace
definirlo - in cui siamo
“rinati”, ossia abbiamo
davvero conosciuto e
iniziato il cammino della
nostra vita. Nascendo, lo
sappiamo tutti, noi veniamo
alla vita, un poco come
orfani, ossia privati dalla
paternità che conta, quella,
di Dio, da cui veramente
siamo stati creati e che,
per natura, è il vero nostro
Padre. Pesava su di
noi, su tutti noi,
l'insopportabile peso di
quella cacciata dal
Paradiso, che conobbero i
nostri padri. Ingannati dal
serpente, credettero di
essere loro soli la sorgente
della vera vita, il fine,
l'eternità di gioia: tutte
realtà meravigliose, che
sono di Dio, Creatore, e non
possono mai essere delle
creature. Queste al più, per
divina bontà possono, come
"pianeti", essere illuminate
e partecipare della luce del
sole. Fu ed è la più grande
sofferenza quella di
sentirsi "fuori casa", come
orfani. Ma l'amore di Dio
non volle accettare di
essere un Padre distratto,
indifferente alla sorte
delle sue creature. E il suo
amore, che quasi svela il
bisogno di avere i figli
tutti in casa, nella sua
casa, si manifestò nel
Natale del Figlio Gesù,
fattosi uomo come noi e
quindi calato nella nostra
miseria. (…)
Raccontano gli
evangelisti che Gesù, dopo
30 anni di vita nascosta, in
cui cresceva in età,
sapienza e grazia, scoprendo
così la volontà del Padre,
un giorno si presentò a
Giovanni il Battista, che
battezzava quanti andavano
da lui, nelle acque del
Giordano: un battesimo di
penitenza, destinato a
lavarsi dai peccati.
"Convertitevi e fate
penitenza" era il grido di
Giovanni. Si meraviglia
Giovanni della richiesta di
Gesù di essere battezzato,
ma alla fine cede e lo
battezza. "In quei giorni -
racconta Marco - Gesù venne
al Giordano per essere
battezzato da Giovanni.
Uscendo dalle acque, vide
aprirsi i cieli e lo Spirito
discendere su di lui come
una colomba. E si sentì una
voce dal cielo: "Tu sei il
Figlio mio prediletto, in te
mi sono compiaciuto". Desta
molta meraviglia che anche
Gesù, come fosse uno di noi,
Lui che era Dio, e quindi la
perfezione infinita, si
comportasse come un
peccatore, e non avesse
alcuna vergogna di
presentarsi a Giovanni per
farsi battezzare. In quel
momento Gesù volle davvero
"mettersi nei nostri panni",
come uno di noi, ma
certamente non come noi nel
cuore, per ancora una volta
dimostrare che "incarnarsi"
in chi si ama, significa
mettersi nei suoi panni. E i
nostri sono davvero panni
immondi. Ma è anche il
momento in cui l'umiltà di
Gesù, incredibile per noi,
che ci crediamo perfetti
come fossimo dèi e non lo
siamo, dà luogo alla
manifestazione del Padre,
che dice apertamente Chi
Gesù è: "Tu sei il Figlio
prediletto in cui mi sono
compiaciuto". Un battesimo
che presenta al mondo di
ieri e di oggi la vera
natura e presenza di Gesù:
"Il Figlio prediletto". Ed è
come se in quelle acque Gesù
abbia deposti tutti i
peccati del mondo,
purificati tutti gli uomini
e quindi riaperte le porte
del Cielo.
Il Padre, così, tornava
a tessere la sua storia di
amore con noi, ripetendo un
giorno nel nostro Battesimo:
"Tu sei mio figlio". "Io, il
Signore, dice il profeta
Isaia, ti ho chiamato per la
giustizia e ti ho preso per
mano; ti ho formato e
stabilito come alleanza del
popolo e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai
ciechi, e faccia uscire dal
carcere i prigionieri, dalla
reclusione coloro che
abitano nelle tenebre"
(Is.42,6-7).
Anche noi
cristiani, un giorno,
abbiamo conosciuto la gioia
del battesimo. Non ho
esitazioni nel definirlo, se
consideriamo la nostra vita
come un ritorno alla casa
del Padre, come figli, il
vero nostro Natale: quello
che conta: quello che va
oltre i confini della
esperienza eterna e ci fa
conoscere l'eternità con
Dio; quello che fa di ogni
nostro giorno, vissuto da
battezzati, alla stupenda
luce dell'amore del Padre,
una vita che non è più un
camminare da orfani senza
mèta e senza amore, ma sotto
gli occhi di Chi ci ama come
un vero papà, Dio.
Era un sentimento
fortissimo, nei nostri
genitori, quello di
considerare come vero nostro
Natale, il giorno del
Battesimo. Tanto è vero che
venivano battezzati quanto
prima: possibilmente il
giorno stesso della nascita
o i giorni più vicini. Nato
il 16 gennaio, tempo di
neve, mamma non sopportava
che fossi "senza nome,
quello dato da Dio nel
Battesimo" e quindi pregò
papà che mi portasse,
nonostante la neve, in
Chiesa per essere
battezzato. E fui battezzato
così, il giorno dopo, festa
di Sant’Antonio e mi fu dato
nome di Antonio.
Anche a me fu consegnata la
veste bianca, simbolo di una
santità che doveva essere la
veste della mia vita: mi fu
data una candela, simbolo
della luce della parola di
Dio, luce ai miei passi: mi
furono toccate labbra e
orecchi perché potessi
sempre dare ascolto a Dio e
parlassi parole di Dio.
Follia? Non credo:
direi piuttosto coscienza
che quel giorno era il primo
giorno festoso della nuova
vita. Oggi siamo come
travolti da una mentalità
errata, che considera il
Battesimo una cerimonia
svenduta al consumismo.
Ossia ci si preoccupa delle
esteriorità, mettendo in un
angolo la bellezza del
sacramento, che si scorda
presto. Giustamente mi
diceva un giorno un uomo:
"Oggi tutto costa: dal
Battesimo, alla Prima
Comunione, al Matrimonio e
persino alla morte. La vita
è diventata, in queste
solenni circostanze, che
dovrebbero tenere lontano
ciò che è profano, un grande
affare da multinazionale...a
spese del bello che viene da
Dio". E non gli si può dare
torto, se si guarda a come
ci si accosta a questi
immensi doni del Padre, che
dovrebbero essere
profondamente il senso della
nostra vita.
C'è lodevolmente
nella liturgia di rito
ambrosiano, nella Messa,
nella liturgia delle Ore, un
continuo richiamo al
Battesimo, come a ricordarci
che è nel Battesimo
che siamo entrati nella vita
vera e quindi dobbiamo non
solo ringraziare, ma
impostare la vita sul
Battesimo: con quella veste
candida che, forse, dobbiamo
ritrovare se l'abbiamo
smessa, per vestire non si
sa quali abiti di mondo: con
quella candela accesa, forse
caduta di mano e finita
chissà dove, facendoci
cadere nel buio del cuore
che fa tanto soffrire.
Dovremmo, almeno iniziando
la giornata, quando ci
facciamo il segno della
croce, ricordarci che non
apparteniamo più a questo
mondo, come esuli dalla
patria celeste, ma siamo
figli del Padre, figli
dell'eternità beata. Non
rimane che riscoprire la
bellezza del nostro vero
Natale, ossia il giorno del
Battesimo e farne "il giorno
della vita eterna".
O Padre, che nel
battesimo del Giordano con
l'autorità della tua voce e
la discesa dello Spirito
Santo ci hai presentato
solennemente il Signore
Gesù, come l'Unigenito che
Tu ami, dona a noi,
rigenerati dall'acqua e
dallo Spirito e divenuti
tuoi diletti figli, di
vivere senza smarrimenti,
secondo il tuo disegno di
amore, e ravviva ogni giorno
in noi la grazia
battesimale.
LA CANDIDA VESTE
BATTESIMALE
NELL’INSEGNAMENTO DELLA
PAROLA DI DIO
“Che diremo dunque?
Continuiamo a restare nel
peccato perché abbondi la
grazia? E' assurdo! Noi che
già siamo morti al peccato,
come potremo ancora vivere
nel peccato? O non sapete
che quanti siamo stati
battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati battezzati nella
sua morte? Per mezzo del
battesimo siamo dunque stati
sepolti insieme a lui nella
morte, perché come Cristo fu
risuscitato dai morti per
mezzo della gloria del
Padre, così anche noi
possiamo camminare in una
vita nuova. Se infatti siamo
stati completamente uniti a
lui con una morte simile
alla sua, lo saremo anche
con la sua risurrezione.
Sappiamo bene che il nostro
uomo vecchio è stato
crocifisso con lui, perché
fosse distrutto il corpo del
peccato, e noi non fossimo
più schiavi del peccato.
Infatti chi è morto, è ormai
libero dal peccato. Ma se
siamo morti con Cristo,
crediamo che anche vivremo
con lui, sapendo che Cristo
risuscitato dai morti non
muore più; la morte non ha
più potere su di lui. Per
quanto riguarda la sua
morte, egli morì al peccato
una volta per tutte; ora
invece per il fatto che egli
vive, vive per Dio. Così
anche voi consideratevi
morti al peccato, ma viventi
per Dio, in Cristo Gesù. Non
regni più dunque il peccato
nel vostro corpo mortale, sì
da sottomettervi ai suoi
desideri; non offrite le
vostre membra come strumenti
di ingiustizia al peccato,
ma offrite voi stessi a Dio
come vivi tornati dai morti
e le vostre membra come
strumenti di giustizia per
Dio. Il peccato infatti non
dominerà più su di voi
poiché non siete più sotto
la legge, ma sotto la
grazia. Che dunque? Dobbiamo
commettere peccati perché
non siamo più sotto la
legge, ma sotto la grazia?
E' assurdo! Non sapete voi
che, se vi mettete a
servizio di qualcuno come
schiavi per obbedirgli,
siete schiavi di colui al
quale servite: sia del
peccato che porta alla
morte, sia dell'obbedienza
che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio,
perché voi eravate schiavi
del peccato, ma avete
obbedito di cuore a
quell'insegnamento che vi è
stato trasmesso e così,
liberati dal peccato, siete
diventati servi della
giustizia. Parlo con esempi
umani, a causa della
debolezza della vostra
carne. Come avete messo le
vostre membra a servizio
dell'impurità e
dell'iniquità a pro
dell'iniquità, così ora
mettete le vostre membra a
servizio della giustizia per
la vostra santificazione.
Quando infatti eravate sotto
la schiavitù del peccato,
eravate liberi nei riguardi
della giustizia. Ma quale
frutto raccoglievate allora
da cose di cui ora vi
vergognate? Infatti il loro
destino è la morte. Ora
invece, liberati dal peccato
e fatti servi di Dio, voi
raccogliete il frutto che vi
porta alla santificazione e
come destino avete la vita
eterna. Perché il salario
del peccato è la morte; ma
il dono di Dio è la vita
eterna in Cristo Gesù nostro
Signore” (Rom.6,1-23).
Un solo corpo, un solo
spirito, come una sola è la
speranza alla quale siete
stati chiamati, quella della
vostra vocazione; un solo
Signore, una sola fede, un
solo battesimo. Un solo Dio
Padre di tutti, che è al di
sopra di tutti, agisce per
mezzo di tutti ed è presente
in tutti. A ciascuno di noi,
tuttavia, è stata data la
grazia secondo la misura del
dono di Cristo. Per questo
sta scritto: Ascendendo in
cielo ha portato con sé
prigionieri, ha distribuito
doni agli uomini. Ma che
significa la parola
«ascese», se non che prima
era disceso quaggiù sulla
terra? Colui che discese è
lo stesso che anche ascese
al di sopra di tutti i
cieli, per riempire tutte le
cose. E' lui che ha
stabilito alcuni come
apostoli, altri come
profeti, altri come
evangelisti, altri come
pastori e maestri, per
rendere idonei i fratelli a
compiere il ministero, al
fine di edificare il corpo
di Cristo, finché arriviamo
tutti all'unità della fede e
della conoscenza del Figlio
di Dio, allo stato di uomo
perfetto, nella misura che
conviene alla piena maturità
di Cristo. Questo affinchè
non siamo più come fanciulli
sballottati dalle onde e
portati qua e là da
qualsiasi vento di dottrina,
secondo l'inganno degli
uomini, con quella loro
astuzia che tende a trarre
nell'errore. Al contrario,
vivendo secondo la verità
nella carità, cerchiamo di
crescere in ogni cosa verso
di lui, che è il capo,
Cristo, dal quale tutto il
corpo, ben compaginato e
connesso, mediante la
collaborazione di ogni
giuntura, secondo l'energia
propria di ogni membro,
riceve forza per crescere in
modo da edificare se stesso
nella carità
(Ef.4,4-16).
DA
NAZARETH PUO’ MAI VENIRE
QUALCOSA DI BUONO?...
(Gv.1,46)
Natanaele è poi divenuto
l’Apostolo San Bartolomeo.
Egli ricevette da Gesù il
più bel elogio: “Ecco
davvero un Israelita in cui
non c’è falsità” (Gv.1,47).
Chissà quante volte San
Bartolomeo (Natanaele) avrà
meditato nella sua vita
all’errore inconsapevole di
quella obiezione scettica
rivolta a Filippo: “Da
Nazareth può mai venire
qualcosa di buono?”… Invece,
da Nazareth è “venuto”
“tutto il bene” per
l’Umanità:
· da Nazareth è
“venuta” all’esistenza la
Vergine Maria, “concepita”
Immacolata nella Santa Casa
di Nazareth;
· da Nazareth è
“venuto” all’esistenza Gesù
Cristo, il Figlio di Dio,
Salvatore degli uomini,
incarnatosi nel seno
verginale di Maria nella
Santa Casa di Nazareth
· la Santa Casa di
Nazareth è “venuta”, infine,
a Loreto, dopo varie
“traslazioni miracolose”
operate dagli angeli del
Cielo, dopo essere stata
“divelta dalle fondamenta” a
Nazareth (secondo
l’espressione usata dal
Beato Pio IX), e così poter
continuare dall’Europa e
dall’Italia - quale
“reliquia miracolosa” e
luogo dell’Incarnazione -
l’opera di salvezza di Maria
e di Gesù per la Chiesa e
per l’Umanità.
DA NAZARETH PERCIO’ E’
“VENUTA” LA SALVEZZA
E TUTTO CIO’ CHE DI BUONO
DIO VOLEVA DONARE
ALL’UMANITA’
Si potrebbe dire anche oggi,
per chi sente parlare della
Santa Casa di Loreto con
scetticismo:
“VIENI E VEDI” (Gv.1,46),
e riascoltare fra quelle
“Sante Pareti” le parole
dell’angelo a Maria:
“Rallegrati…”.
UN SOGNO DEL VESCOVO DI
ANCONA
MONS. EDOARDO MENICHELLI
CHE SI AVVERA IN UNA
DIMENSIONE DIVERSA E PIU'
UNIVERSALE
POTENDO ORA
"CONSIGLIARE" ED "AIUTARE"
IL PASTORE DI TUTTA LA
CHIESA
IL SOGNO DELL’OTTAVA CHIESA
dalla "Lettera
alla Chiesa di Dio che è in
Ancona e Osimo" di
Mons. Edoardo Menichelli del
2004
NON HO SMARRITO LA
DIMENSIONE DEL SOGNO
Siamo tutti immersi dentro
una sovrabbondanza di
“parole ecclesiali” che non
sempre riescono a fare
sintesi tra i piani di Dio e
le risposte umane perché
frequentemente impastate di
estetismi verbali e
tecnicismi progettuali da...
marketing aziendale. Il
Signore ci restituisca la
capacità di... sognare, di
nutrirci di passioni ideali,
di soffrire l’inquietudine
dello scarto tra i suoi
disegni e le nostre
realizzazioni. Vi confesso
che non ho mai smarrito la
dimensione del sogno, che in
definitiva è la dimensione
che non ci appiattisce
nell’abitudine, nella
“routine”, nella
ripetitività, nella
pigrizia, nelle stanchezze
psicologiche, nei comodi
rifugi mentali. In questa
chiave ho riletto
l’Apocalisse e le lettere
alle sette Chiese.
L’apostolo Giovanni in ogni
Chiesa rileva peccati,
incongruenze, omissioni,
disaffezioni, cadute etiche.
In sintesi: apostoli
“finti”, rarefazione del
primo amore, paura delle
prove e delle tribolazioni,
tradimenti della Parola,
cedimenti agli “idoli”,
mancanza di vigore
nell’annuncio, rivoltante
tiepidezza, smisurati
orgogli. Pur sapendo che
l’itinerario di ogni
credente e di ogni Chiesa, è
sempre in bilico tra fedeltà
e infedeltà, e non
ipotizzando ingenui e
disincarnati “angelismi”,
sogno la mia e nostra
Arcidiocesi di Ancona
come... l’Ottava Chiesa,
quella che Dio stesso sogna.
(...). Vi chiedo di
condividere questo mio sogno
affinché diventi un sogno
robusto alimentato dalle
energie e dall’impegno di
tutti e da tutti
partecipato. E nessuno dica:
“Io non c’entro”, magari
“nascosto” o “consolato”
dentro la buca confortevole
delle proprie personali,
parziali e gratificanti
visioni. Riprendere lo
stupore di essere servi e
figli della Chiesa sposa
amata da Cristo Signore.
dalla "Lettera alla Chiesa
di Dio che è in Ancona e
Osimo"
+ Mons. Edoardo
Menichelli
(Una "profezia" del Card.
Joseph Ratzinger - Benedetto
XVI)
La Chiesa si ridurrà di
dimensioni, bisognerà
ricominciare da capo. Ma da
questa prova uscirà una
Chiesa che avrà tratto una
grande forza dal processo di
semplificazione che avrà
attraversato, dalla
rinnovata capacità di
guardare dentro di sé.
Perché gli abitanti di un
mondo rigorosamente
pianificato si sentiranno
indicibilmente soli... E
riscopriranno la piccola
comunità dei credenti come
qualcosa di completamente
nuovo. Come una speranza che
li riguarda, come una
risposta che hanno sempre
segretamente cercato.
(Dal libro "Dio e il mondo.
Essere cristiani nel nuovo
millennio", ed. San Paolo,
2001)
LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA
CRISTIANA
PER LA “NUOVA
EVANGELIZZAZIONE”
nel tempo dell’“apostasia
silenziosa”
Verso la Civiltà
dell’Amore profetizzata da
Paolo VI
“La Civiltà
dell'Amore prevarrà
nell'affanno delle
implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata
trasfigurazione dell'umanità
finalmente cristiana".
(Paolo VI, discorso
del 25 dicembre 1975)
PREGHIERA PER LA SALVEZZA
DELL’ITALIA E DELL’EUROPA
Cuore Misericordioso di
Gesù, per l’intercessione
della Vergine Immacolata
Lauretana, invocata come
“Aiuto dei Cristiani”, ti
rivolgiamo il grido della
nostra speranza e della
nostra implorazione più
amorosa: salva la Tua
Italia, salva la Tua Roma,
salva la nostra Patria,
salva la Tua Europa, in
quest’ora di confusione, di
errore, di orrore, di
sbandamento e di
decadimento. Tu sai tutto:
conosci le rovine morali e
spirituali, conosci il
disordine civile e
religioso, la disgregazione
sociale, conosci il dramma e
la tragedia delle Nazioni e
dei Popoli di questo
Continente, che fu Tuo, che
è Tuo. Fa’ che non crolli
questo baluardo della Tua
Fede. Riaccendi, rianima,
risuscita, consolida, o
Cuore di Salvezza e di
Redenzione, la coscienza più
fedele, tutte le energie più
buone, le forze più sane, le
volontà più sante, contro
tutte le forze del male.
Schiaccia il Serpente,
annienta il Maligno. Non
cedergli le anime dei buoni
e dei giusti, non
permettergli la perdita dei
cuori redenti dal Tuo Amore
Appassionato, la sconfitta
delle forze del bene. Non
cedergli le conquiste della
Tua Carità e del Tuo Sangue,
dei Tuoi Apostoli, dei Tuoi
Martiri, dei Tuoi Santi,
della Tua Chiesa. Non
lasciargli il trionfo in
questa Terra di benedizione,
in questo Continente sacro
al Tuo Cuore e al Tuo Amore.
Te ne supplichiamo, per la
Bontà Materna della Mamma
Celeste, Immacolata Sposa
dello Spirito Santo, cui
nulla rifiuti, e che hai
posto Guida, Regina e
Condottiera della Tua Chiesa
e della Tua Società
d’Amore. Amen.
LA VERITA' STORICA
DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
DELLA SANTA CASA
Sono stati pubblicati in
Internet e sono disponibili
e scaricabili i filmati
delle trasmissioni andate in
onda in “Ètv MARCHE”
(45minuti per ogni puntata),
con le esposizioni e le
spiegazioni del Prof.
Giorgio Nicolinidelle
innumerevoli documentazioni
storiche ed archeologiche
comprovanti LA VERITA’ DELLE
MIRACOLOSE TRASLAZIONI DELLA
SANTA CASA DI NAZARETH
attestate con “almeno”
cinque “traslazioni
miracolose” avvenute tra il
1291 e il 1296: a Tersatto
(nell’ex-Jugoslavia), ad
Ancona (località Posatora),
nella selva della signora
Loreta nella pianura
sottostante l’attuale
cittadina di “Loreto” (il
cui nome deriva proprio da
quella signora di nome
“Loreta”); poi sul campo di
due fratelli sul colle
lauretano (o Monte Prodo) e
infine sulla pubblica
strada, ove ancor oggi si
trova, sotto la cupola
dell’attuale Basilica.
Gli indirizzi
Internet sono i seguenti:
Per
l'approfondimento collegarsi
all'indirizzo:
http://www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
NON OPPORSI AD UN
ERRORE VUOL DIRE APPROVARLO
NON DIFENDERE LA VERITA’
VUOL DIRE SOPPRIMERLA
(Sentenza del Papa
San FELICE III – anni
483-492)
Non temo la
cattiveria dei malvagi, temo
piuttosto il silenzio dei
giusti
(Martin Luther King)
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