SAN
GIUSEPPE,
IL CUSTODE DELLA SANTA CASA
|
|
Tele Maria
UNA TELEVISIONE DONO DI MARIA
Trasmissioni Internazionali mediante la Rete
Internet - www.telemaria.it
Visibile anche nei televisori con
wi-fi
e nei cellulari - Possibilità di
trasmissioni in diretta per collaborazioni
esterne
Trasmette tutto ciò che è vero,
nobile, giusto, puro, amabile, onorato,
quello che è virtù e merita lode
(Fil.4,8)
|
Notiziario periodico di Tele Maria
/15-2015
Ancona, giovedì 19 marzo 2015
A cura del Prof. Giorgio Nicolini
-
Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332
Posta Elettronica: direttore@telemaria.it -
Sito Internet:
www.lavoce.an.it |
|
|
|
19 marzo:
SAN GIUSEPPE,
SPOSO CASTISSIMO DI MARIA VERGINE,
PADRE PUTATIVO DI GESU'
E CUSTODE DELLA SANTA CASA
|
|
SAN GIUSEPPE: L’UOMO GIUSTO
Il custode della Santa Casa di Nazareth a
Loreto e il custode della Vita
La celebrazione del 19 Marzo, giorno
dedicato a San Giuseppe, risale al 1479, a
Roma, e nel 1621 fu inserito nel Calendario
Romano Universale. Fino al 1977, anno in cui
venne abolita, fece parte in Italia della
serie delle festività religiose nazionali.
Fu proclamato Patrono Universale della
Chiesa dal Beato Pio IX e dal Beato Giovanni
XXIII fu incluso nel canone della Santa
Messa.
La figura e la missione di San Giuseppe
nella vita di Cristo e della Chiesa
ESORTAZIONE APOSTOLICA "REDEMPTORIS CUSTOS"
DI SAN GIOVANNI PAOLO II
(15 agosto 1989)
«Giuseppe figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, perché
quel che è generato in lei viene dallo
Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e
tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà
il suo popolo dai suoi peccati»
(Mt.1,20-21). In queste parole è racchiuso
il nucleo centrale della verità biblica su
san Giuseppe, il momento della sua esistenza
a cui in particolare si riferiscono i padri
della Chiesa. (cfr. n.2).
Chiamato ad essere il custode del
redentore, «Giuseppe fece come gli aveva
ordinato l'angelo del Signore e prese con sé
la sua sposa» (Mt.1,24). Ispirandosi al
Vangelo, i padri della Chiesa fin dai primi
secoli hanno sottolineato che san Giuseppe,
come ebbe amorevole cura di Maria e si
dedicò con gioioso impegno all'educazione di
Gesù Cristo (cfr. S. Irenaei, «Adversus
haereses», IV, 23, 1: S. Ch. 100/2,
692-694), così custodisce e protegge il suo
mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine
santa è figura e modello. (cfr. n.1).
L'UOMO GIUSTO
Nel corso della sua vita, che fu una
peregrinazione nella fede, Giuseppe, come
Maria, rimase fedele sino alla fine alla
chiamata di Dio. La vita di lei fu il
compimento sino in fondo di quel primo
«fiat» pronunciato al momento
dell'Annunciazione, mentre Giuseppe - come è
già stato detto - al momento della sua
«annunciazione» non proferì alcuna parola:
semplicemente egli «fece come gli aveva
ordinato l'angelo del Signore» (Mt.1,24). E
questo primo «fece» divenne l'inizio della
«via di Giuseppe». Lungo questa via i
Vangeli non annotano alcuna parola detta da
lui. Ma il silenzio di Giuseppe ha una
speciale eloquenza: grazie ad esso si può
leggere pienamente la verità contenuta nel
giudizio che di lui dà il Vangelo: il
«giusto» (Mt.1,19). Bisogna saper leggere
questa verità, perché vi è contenuta una
delle più importanti testimonianze circa
l'uomo e la sua vocazione. Nel corso delle
generazioni la Chiesa legge in modo sempre
più attento e consapevole una tale
testimonianza, quasi estraendo dal tesoro di
questa insigne figura «cose nuove e cose
antiche» (Mt.13,52). (cfr. n.17).
L'uomo «giusto» di Nazaret possiede
soprattutto le chiare caratteristiche dello
sposo. L'Evangelista parla di Maria come di
«una vergine, promessa sposa di un uomo...
chiamato Giuseppe» (Lc.1,27). Prima che
comincia a compiersi «il mistero nascosto da
secoli» (Ef.3,9), i Vangeli pongono dinanzi
a noi l'immagine dello sposo e della sposa.
Secondo la consuetudine del popolo ebraico,
il matrimonio si concludeva in due tappe:
prima veniva celebrato il matrimonio legale
(vero matrimonio), e solo dopo un certo
periodo, lo sposo introduceva la sposa nella
propria casa. Prima di vivere insieme con
Maria, Giuseppe quindi era già il suo
«sposo»… (cfr. n.18).
IL PATRONO DELLA FAMIGLIA
Nelle parole dell'«annunciazione»
notturna Giuseppe ascolta non solo la verità
divina circa l'ineffabile vocazione della
sua sposa, ma vi riascolta, altresì, la
verità circa la propria vocazione.
Quest'uomo «giusto» che, nello spirito delle
più nobili tradizioni del popolo eletto,
amava la Vergine di Nazaret ed a lei si era
legato con amore sponsale, è nuovamente
chiamato da Dio a questo amore. «Giuseppe
fece come gli aveva ordinato l'angelo del
Signore e prese con sé la sua sposa»
(Mt.1,24); quello che è generato in lei
«viene dallo Spirito Santo»: da tali
espressioni non bisogna forse desumere che
anche il suo amore di uomo viene rigenerato
dallo Spirito Santo? Non bisogna forse
pensare che l'amore di Dio, che è stato
riversato nel cuore umano per mezzo dello
Spirito Santo (cfr. Rom.5,5), forma nel modo
più perfetto ogni amore umano?
Esso forma anche - ed in modo del tutto
singolare - l'amore sponsale dei coniugi,
approfondendo in esso tutto ciò che
umanamente è degno e bello, ciò che porta i
segni dell'esclusivo abbandono,
dell'alleanza delle persone e dell'autentica
comunione sull'esempio del mistero
trinitario. «Giuseppe... prese con sé la sua
sposa, la quale, senza che egli la
conoscesse, partorì un figlio» (Mt.1,24-25).
Queste parole indicano un'altra vicinanza
sponsale. La profondità di questa vicinanza,
la spirituale intensità dell'unione e del
contatto tra le persone - dell'uomo e della
donna - provengono in definitiva dallo
Spirito, che dà la vita (Gv.6,63).
Giuseppe, obbediente allo Spirito,
proprio in esso ritrovò la fonte dell'amore,
del suo amore sponsale di uomo, e fu questo
amore più grande di quello che «l'uomo
giusto» poteva attendersi a misura del
proprio cuore umano. (…) Poiché il connubio
è la massima società e amicizia, a cui di
sua natura va unita la comunione dei beni,
ne deriva che, se Dio ha dato come sposo
Giuseppe alla Vergine, glielo ha dato non
solo a compagno della vita, testimone della
verginità e tutore dell'onestà, ma anche
perché partecipasse, per mezzo del patto
coniugale, all'eccelsa grandezza di lei»
(Leone XIII, «Quamquam Pluries», die 15 aug.
1889: «Leonis XIII P. M. Acta» IX [190]
177s). (cfr. n.19).
Un tale vincolo di carità costituì la
vita della santa Famiglia prima nella
povertà di Betlemme, poi nell'esilio in
Egitto e, successivamente, nella dimora a
Nazaret. La Chiesa circonda di profonda
venerazione questa Famiglia, proponendola
quale modello a tutte le famiglie.
IL PATRONO DELLA VITA
Inserita direttamente nel mistero
dell'Incarnazione, la Famiglia di Nazaret
costituisce essa stessa uno speciale
mistero. Ed insieme - così come nella
Incarnazione - a questo mistero appartiene
la vera paternità: la forma umana della
famiglia del Figlio di Dio - vera famiglia
umana, formata dal mistero divino. In essa
Giuseppe è il padre: non è la sua una
paternità derivante dalla generazione;
eppure, essa non è «apparente», o soltanto
«sostitutiva», ma possiede in pieno
l'autenticità della paternità umana, della
missione paterna nella famiglia. E'
contenuta in ciò una conseguenza dell'unione
ipostatica: umanità assunta nell'unità della
Persona divina del Verbo-Figlio, Gesù
Cristo. Insieme con l'assunzione
dell'umanità, in Cristo è anche «assunto»
tutto ciò che è umano e, in particolare, la
famiglia, quale prima dimensione della sua
esistenza in terra. In questo contesto è
anche «assunta» la paternità umana di
Giuseppe. In base a questo principio
acquistano il loro giusto significato le
parole rivolte da Maria a Gesù dodicenne nel
tempio: «Tuo padre ed io... ti cercavamo».
Non è questa una frase convenzionale: le
parole della Madre di Gesù indicano tutta la
realtà dell'Incarnazione, che appartiene al
mistero della Famiglia di Nazaret. Giuseppe,
il quale sin dall'inizio accettò mediante
«l'obbedienza della fede» la sua paternità
umana nei riguardi di Gesù, seguendo la luce
dello Spirito Santo, che per mezzo della
fede si dona all'uomo, certamente scopriva
sempre più ampiamente il dono ineffabile di
questa sua paternità. (cfr. n.21).
IL CUSTODE DELLA SANTA CASA DI
NAZARETH
Anche sul lavoro di carpentiere nella
casa di Nazaret si stende lo stesso clima di
silenzio, che accompagna tutto quanto si
riferisce alla figura di Giuseppe. E' un
silenzio, però che svela in modo speciale il
profilo interiore di questa figura. I
Vangeli parlano esclusivamente di ciò che
Giuseppe «fece»; tuttavia, consentono di
scoprire nelle sue «azioni», avvolte dal
silenzio, un clima di profonda
contemplazione. Giuseppe era in quotidiano
contatto col mistero «nascosto da secoli»,
che «prese dimora» sotto il tetto di casa
sua. Questo spiega, ad esempio, perché santa
Teresa di Gesù, la grande riformatrice del
Carmelo contemplativo, si fece promotrice
del rinnovamento del culto di san Giuseppe
nella cristianità occidentale. (cfr. n.25).
Il sacrificio totale, che Giuseppe fece
di tutta la sua esistenza alle esigenze
della venuta del Messia nella propria casa,
trova la ragione adeguata nella «sua
insondabile vita interiore, dalla quale
vengono a lui ordini e conforti
singolarissimi, e derivano a lui la logica e
la forza, propria delle anime semplici e
limpide, delle grandi decisioni, come quella
di mettere subito a disposizione dei disegni
divini la sua libertà, la sua legittima
vocazione umana, la sua felicità coniugale,
accettando della famiglia la condizione, la
responsabilità ed il peso, e rinunciando per
un incomparabile virgineo amore al naturale
amore coniugale che la costituisce e la
alimenta» («Insegnamenti di Paolo VI», VII
[1969] 1268). Questa sottomissione a Dio,
che è prontezza di volontà nel dedicarsi
alle cose che riguardano il suo servizio,
non è altro che l'esercizio della devozione,
la quale costituisce una delle espressioni
della virtù della religione (cfr. S. Thomae,
«Summa Theologiae», II-II, q. 82, a. 3, ad
2). (cfr. n.26).
Poiché l'amore «paterno» di Giuseppe
non poteva non influire sull'amore «filiale»
di Gesù e, viceversa, l'amore «filiale» di
Gesù non poteva non influire sull'amore
«paterno» di Giuseppe, come inoltrarsi nelle
profondità di questa singolarissima
relazione? Le anime più sensibili agli
impulsi dell'amore divino vedono a ragione
in Giuseppe un luminoso esempio di vita
interiore. Inoltre, l'apparente tensione tra
la vita attiva e quella contemplativa trova
in lui un ideale superamento, possibile a
chi possiede la perfezione della carità.
Seguendo la nota distinzione tra l'amore
della verità («caritas veritatis») e
l'esigenza dell'amore («necessitas
caritatis») (cfr. S. Thomae, «Summa
Theologiae», II-II, q. 182, a. 1, ad 3),
possiamo dire che Giuseppe ha sperimentato
sia l'amore della verità, cioè il puro amore
di contemplazione della verità divina che
irradiava dall'umanità di Cristo, sia
l'esigenza dell'amore, cioè l'amore
altrettanto puro del servizio, richiesto
dalla tutela e dallo sviluppo di quella
stessa umanità. (cfr. n.27)
IL PATRONO DELLA CHIESA DEL NOSTRO
TEMPO
In tempi difficili per la Chiesa Pio
IX, volendo affidarla alla speciale
protezione del santo patriarca Giuseppe, lo
dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica»
(S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die
8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta», pars I,
vol. V, 283). Il Pontefice sapeva di non
compiere un gesto peregrino, perché a motivo
dell'eccelsa dignità concessa da Dio a
questo suo fedelissimo servo, «la Chiesa,
dopo la Vergine Santa, sposa di lui, ebbe
sempre in grande onore e ricolmò di lodi il
beato Giuseppe, e di preferenza a lui
ricorse nelle angustie» (S. Rituum Congreg.,
«Quemadmodum Deus, die 8 dec. 1870: «Pii IX
P. M. Acta+, pars I, vol. V, 282s). Quali
sono i motivi di tanta fiducia? Leone XIII
li espone così: «Le ragioni per cui il beato
Giuseppe deve essere considerato speciale
Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua
volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela
e dal patrocinio di lui, nascono
principalmente dall'essere egli sposo di
Maria e padre putativo di Gesù... Giuseppe
fu a suo tempo legittimo e naturale custode,
capo e difensore della divina Famiglia... E'
dunque cosa conveniente e sommamente degna
del beato Giuseppe, che, a quel modo che
egli un tempo soleva tutelare santamente in
ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora
copra e difenda col suo celeste patrocinio
la Chiesa di Cristo» («Quamquam Pluries»,
die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta»,
IX [1890] 177-179). (cfr. n.28).
Questo patrocinio deve essere invocato
ed è necessario tuttora alla Chiesa non
soltanto a difesa contro gli insorgenti
pericoli, ma anche e soprattutto a conforto
del suo rinnovato impegno di
evangelizzazione nel mondo e di
rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni
dove - come ho scritto nell'esortazione
apostolica "Christifideles Laici" - la
religione e la vita cristiana erano un tempo
quanto mai fiorenti», e che «sono ora messi
a dura prova» (34). Per portare il primo
annuncio di Cristo o per riportarlo laddove
esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa
ha bisogno di una speciale «virtù dall'alto»
(cfr. Lc.24,49; At.1,8), donazione certo
dello Spirito del Signore non disgiunta
dall'intercessione e dall'esempio dei suoi
santi. (cfr. n.29).
Già cento anni fa Papa Leone XIII
esortava il mondo cattolico a pregare per
ottenere la protezione di san Giuseppe,
patrono di tutta la Chiesa. L'epistola
enciclica «Quamquam Pluries» si richiamava a
quell'«amore paterno» che Giuseppe «portava
al fanciullo Gesù», ed a lui, «provvido
custode della divina Famiglia», raccomandava
«la cara eredità che Gesù Cristo acquistò
col suo sangue». Da allora la Chiesa - come
ho ricordato all'inizio - implora la
protezione di san Giuseppe - «per quel sacro
vincolo di carità che lo strinse
all'Immacolata Vergine Madre di Dio» e gli
raccomanda tutte le sue sollecitudini, anche
per le minacce che incombono sulla famiglia
umana. Ancora oggi abbiamo numerosi motivi
per pregare nello stesso modo: «Allontana da
noi, o padre amatissimo, questa peste di
errori e di vizi..., assistici propizio dal
cielo in questa lotta col potere delle
tenebre...; e come un tempo scampasti dalla
morte la minacciata vita del bambino Gesù,
così ora difendi la santa Chiesa di Dio
dalle ostili insidie e da ogni avversità»
(cfr. «Oratio ad Sanctum Iosephum», quae
proxime sequitur textum ipsius Epist. Enc.
«Quamquam Pluries"» die 15 aug. 1889: «Leone
XIII P. M. Acta», IX [1890] 183). Ancora
oggi abbiamo perduranti motivi per
raccomandare a san Giuseppe ogni uomo. (cfr.
n.31).
L’intero testo della Esortazione Apostolica
“REDEMPTORIS CUSTOS” è leggibile
all’indirizzo Internet:
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_15081989_redemptoris-custos_it.html
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla
tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi
invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello
della tua santissima sposa. Per quel sacro
vincolo di carità, che ti strinse
all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio,
e per l'amore paterno che portasti al
fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo,
con occhio benigno la cara eredità che Gesù
Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo
potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della Divina
Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo:
allontana da noi, o Padre amatissimo, gli
errori e i vizi, che ammorbano il mondo;
assistici propizio dal cielo in questa lotta
col potere delle tenebre, o nostro
fortissimo protettore; e come un tempo
salvasti dalla morte la minacciata vita del
pargoletto Gesù, così ora difendi la santa
Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni
avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di
noi il tuo patrocinio, affinché a tuo
esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo
virtuosamente vivere, piamente morire e
conseguire l'eterna beatitudine in cielo.
Amen.
|
"Affinché per l'incuria degli
uomini,
che di solito offusac anche le cose
più insigni,
non sia cancellato il ricordo
di un fatto così meraviglioso"
(Beato Giovanni Battista Spagnoli,
detto "il Mantovano")
|
|
|
|
SU RICHIESTA DELLA CONGREGAZIONE PER
LA DOTTRINA DELLA FEDE
UNA RELAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI AL
CARD. GERHARD LUDWIG MULLER
LA DENUNCIA CANONICA PER IL DELITTO DI FALSO
PER LA OSTINATA E DISSACRANTE APOSTASIA
LAURETANA
A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DI UN NUOVO
LIBRO DEL PADRE GIUSEPPE SANTARELLI
CON REITERATE INVENZIONI E FALSIFICAZIONI
STORICHE
Em.mo Signor Card. GERHARD LUDWIG MULLER
Congregazione per la Dottrina della Fede
Palazzo del Sant’Uffizio, 11 - 00120 CITTA’ DEL
VATICANO
RACCOMANDATA A.R.
– Anticipata Via Fax al n.06.69883409
OGGETTO:
Richiesta di informazione e/o correzione di
una pubblicazione ufficiale del Vescovo di
Loreto riguardo ad una asserita
- ma inverosimile! –
dichiarazione della “Congregazione per la
Dottrina della Fede”, la quale,
interpellata, avrebbe “confermato” – a detta
del Vescovo di Loreto - che
“non esiste un pronunciamento che possa
permettere di indicare il trasporto angelico
della Santa Casa come definito dal Magistero
ordinario e straordinario della Chiesa”,
in macroscopica contraddizione con tutte le
innumerevoli dichiarazioni pontificie,
solenni e inequivocabili, emesse per sette
secoli.
Il testo originale è prelevabile
cliccando
QUI
|
DOMENICA IV DI QUARESIMA
Dalla Prima Lettura (2Cr 36,14-16.19-23)
In quei giorni, tutti i capi di
Giuda, i sacerdoti e il popolo
moltiplicarono le loro infedeltà, imitando
in tutto gli abomini degli altri popoli, e
contaminarono il tempio, che il Signore si
era consacrato a Gerusalemme. Il Signore,
Dio dei loro padri, mandò premurosamente e
incessantemente i suoi messaggeri ad
ammonirli, perché aveva compassione del suo
popolo e della sua dimora. Ma essi si
beffarono dei messaggeri di Dio,
disprezzarono le sue parole e schernirono i
suoi profeti al punto che l’ira del
Signore contro il suo popolo raggiunse il
culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi
nemici] incendiarono il tempio del Signore,
demolirono le mura di Gerusalemme e diedero
alle fiamme tutti i suoi palazzi e
distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
|
LA DENUNCIA CANONICA
PER IL "DELITTO DI FALSO"
Ecc.za Rev.ma Mons. EDOARDO MENICHELLI
Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo
Piazza del Senato, 7 - 60121 ANCONA
OGGETTO: La storia delle “Miracolose
traslazioni” e il culto della Santa Casa di
Nazareth a Loreto – Richiesta di apertura
procedura canonica per “delitto di falso”
(can. 1391) riguardo alla “questione
lauretana”. Con rif. al Prot. n.241/06 di
Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di
Ancona, e con rif. al Prot. 1802/05/L presso
“Congregatio de Cultu Divino et Disciplina
Sacramentorum”.
Il testo originale è prelevabile
cliccando
QUI
|
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE
ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE
|
ANCONA, CITTA' DELLA FEDE, ED I SUOI
SANTI
Ancona è ricca di testimonianze
religiose davvero rare, al punto da
essere definita "Città della Fede",
per il motivo di essere stata tra le
primissime città al mondo a
ricevere, ad abbracciare ed a
diffondere la Fede Cristiana, circa
nell'anno 35, proprio immediatamente
dopo la Morte e la Risurrezione di
Gesù Cristo. Le
storie di molte reliquie e di
molti Santi legati alla città sono
state raccolte - e indicate con il
collegamento in Internet - nel
Calendario 2015 di Tele Maria -
Scarica e diffondi liberamente in
Internet (Siti, Facebook, Twitter,
Linkedin, ecc,) il Calendario 2015
di Tele Maria dall'indirizzo:
www.telemaria.it/CalendarioTeleMaria2015.pdf
|
|
|
|
AL VESCOVO DI ANCONA
NUOVO CARDINALE E NUOVO PRESIDENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA
E' STATO ASSEGNATO IL TITOLO DELLA CHIESA
DEI
SACRI CUORI DI GESU' E DI MARIA
CHE NE RICHIAMA IL COMPITO
DI ESSERE IL SUPREMO CUSTODE DI QUELLA
SANTA CASA DI NAZARETH IN LORETO
IN CUI SI FORMARONO I CUORI DI GESU' E DI
MARIA
SECONDO COME HANNO INSEGNATO IL BEATO
PIO IX ED ALTRI PAPI E SANTI
|
Il Beato Pio IX nella Bolla “Inter Omnia”
del 26 agosto 1852, scrisse della Santa Casa
di Loreto, come in essa si formarono i
SACRATISSIMI CUORI DI MARIA E DI GESU',
perché nella Santa Casa furono "concepiti"
Gesù e Maria, con i loro Sacratissimi Cuori:
“Fra tutti i Santuari consacrati
alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno
si trova al primo posto e brilla di
incomparabile fulgore: la veneranda ed
augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai
divini misteri, illustrata dai miracoli
senza numero, onorata dal concorso e
dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente
per la Chiesa Universale la gloria del suo
nome, e forma ben giustamente l’oggetto di
culto per tutte le nazioni e per tutte le
razze umane. (…) A Loreto, infatti, si
venera quella Casa di Nazareth, tanto cara
al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella
Galilea, fu più tardi divelta dalle
fondamenta e, per la potenza divina, fu
trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia
e poi in Italia.
Proprio in quella Casa la Santissima
Vergine, per eterna divina disposizione
rimasta perfettamente esente dalla colpa
originale, è stata concepita, è nata, è
cresciuta, e il celeste messaggero l’ha
salutata piena di grazia e benedetta fra le
donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena
di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito
Santo, senza nulla perdere della sua
inviolabile verginità, è diventata la Madre
del Figlio Unigenito di Dio”.
(Beato Pio IX, Bolla “Inter omnia”
del 26 agosto 1852)
|
|
|
Dagli scritti
di San Massimiliano Maria Kolbe:
“L’Immacolata è quella scala lungo la
quale
noi andiamo al Sacratissimo Cuore di
Gesù.
E colui che rimuove tale scala non
salirà in alto, ma precipiterà per
terra”.
"Cerchiamo di stare ogni giorno
sempre più vicini all'Immacolata;
allora, ci avvicineremo sempre più
al Cuore di Gesù,
a Dio Padre, a tutta la SS. Trinità,
perché
nessuna delle creature è così vicina
alla Divinità come l'Immacolata".
|
|
|
|
IL PRIMO VENERDI' DI OGNI MESE
Sono andate in onda il 6 febbraio e
il 6 marzo 2015 da RADIO MISSIONE
FRANCESCANA di Varese la
prime due interviste al
Prof. Giorgio Nicolini sulla storia
delle Miracolose Traslazioni della
Santa Casa di Nazareth con
l'esposizione di importanti novità
storiche ed archeologiche.
Clicca
QUI
per la prima intervista
Clicca
QUI per la seconda
intervista |
|
SI AUTORIZZA E SI RACCOMANDA LA DIFFUSIONE
DI QUESTI TESTI
AD ALTRI INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA E
L'INSERIMENTO IN SITI DELLA RETE INTERNET
Diffondete la buona stampa tra le persone
vostre amiche e conoscenti. La buona stampa
entra anche nelle case dove non può entrare
il sacerdote, è tollerata persino dai
cattivi. Presentandosi non arrossisce,
trascurata non si inquieta, letta, insegna
la verità con calma, disprezzata, non si
lamenta
(San Giovanni Bosco)
|
AVVERTENZE
Questo messaggio viene inviato a circa
12.000 indirizzi presenti nella Lista dei
Contatti di "Tele Maria". In ottemperanza
della Legge 175 del 31/12/1996 e delle nuove
norme del Testo Unico, entrate in vigore dal
1° gennaio 2004 (articoli 136, 137 e 138 del
Titolo XII, riguardanti le modalità
dell'attività di giornalismo e delle
espressioni letterarie ed artistiche), il
presente messaggio non può essere
considerato "spam" poiché contiene la
possibilità di essere rimosso da invii
ulteriori. Nel caso, pertanto, queste
comunicazioni non fossero più di tuo
interesse, o ti fossero pervenute per
errore, in ogni momento sarà possibile
modificare o cancellare in modo diretto il
tuo indirizzo mediante i collegamenti
sottostanti. Il Prof. Giorgio Nicolini è il
solo responsabile del trattamento dei dati,
a cui ci si può rivolgere anche
telefonicamente per un contatto diretto e
personale e per ogni eventuale problema:
Tel./Fax 071.83552 - Posta Elettronica:
direttore@telemaria.it - Sito Internet:
http://www.lavoce.an.it - ISCRIVITI
NELLA NUOVA LISTA DEL GIORNALE INFORMATICO
di “Tele Maria / La Voce Cattolica” diretto
dal Prof. Giorgio Nicolini,
PER RICEVERE DIRETTAMENTE NELLA TUA POSTA
ELETTRONICA OGNI AGGIORNAMENTO ED
INFORMAZIONE sui servizi televisivi di “Tele
Maria” e sugli avvenimenti ed insegnamenti
cattolici, fedeli al Magistero ed alla
Tradizione Cattolica
CLICCA sulla parola seguente:
RICHIESTA DI ISCRIZIONE
AVVERTENZE PER LA CANCELLAZIONE
Ultimamente c’è stato il passaggio da un
gestore ad un altro di questa Lista dei
Contatti, con un nuovo sistema tecnologico
di trasmissione, e possono essere avvenute
delle commistioni involontarie di indirizzi
di altra natura. Chiedendone scusa, qualora
dovessero pervenire dei messaggi non
richiesti, ogni utente potrà provvedere
direttamente alla cancellazione cliccando in
fondo al messaggio sulla parola
DISISCRIVITI (che si può vedere si trova
in fondo a questo messaggio) oppure si può
scrivere a
cancellazione@lavocecattolica.it indicando
l'indirizzo da cancellare. Si ringrazia per
la collaborazione.
|
|
|
|
|
|