SAN GIUSEPPE LAVORATORE,
PROTETTORE DELLA SANTA CASA E DELLA VITA

1° Maggio 2007 - 1° Maggio 2015 
UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE: TELE MARIA DA 8 ANNI IN INTERNET
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Notiziario periodico di Tele Maria / 23-2015 Ancona, Venerdì 1° maggio 2015
San Giuseppe Lavoratore
LETTERA INFORMATIVA a cura del Prof. Giorgio Nicolini
Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332 - Posta Elettronica: direttore@telemaria.it
Sito Internet: www.lavoce.an.it 
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Tele Maria
UNA TELEVISIONE DONO DI MARIA

Trasmissioni Internazionali mediante la Rete Internet - www.telemaria.it

Visibile anche nei televisori con wi-fi e nei cellulari - Possibilità di trasmissioni in diretta per collaborazioni esterne
Trasmette tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode (Fil.4,8)
Sito di Spiritualità varia, con tematiche di attualità e trattazioni teologiche inerenti la Fede, la Morale, la Spiritualità e l'Apologetica Cattolica,
per aiutare ad una formazione cristiana e spirituale degli utenti, con particolare attenzione verso i giovani e la loro ricerca della verità.
GESU' DI NAZARETH E' DIO, IL FIGLIO DI DIO INCARNATO
Concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria Vergine, nella Santa Casa di Nazareth intorno al 25 marzo dell'anno 748 di Roma (6-5 a.C.). Nato ebreo a Betlemme, intorno al 25 dicembre dell'anno 748 di Roma (6-5 a.C.), al tempo del re Erode e dell'imperatore Cesare Augusto. Morto crocifisso a Gerusalemme il venerdì 7 aprile dell'anno 30, sotto il procuratore Ponzio Pilato, essendo imperatore Tiberio.
RISORTO GLORIOSO DAI MORTI IL 9 APRILE DELL'ANNO 30
 
DALLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
 

WWW.LAVOCECATTOLICA.IT/SANTACASA.HTM
«Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo» (Gen.28,17)
LA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA NEL TEMPO DELL’APOSTASIA
HO FISSATO UN LIMITE… FIN QUI GIUNGERAI E NON OLTRE E QUI S’INFRANGERA’ L’ORGOGLIO DELLE TUE ONDE (Gb.38,10)

La Chiesa, nel suo progetto educativo, deve ritornare a parlare di Gesù,
scendere dai pulpiti e ritornare nelle strade dove vivono i delusi ed i repressi,
in modo che la gente, come diceva Paolo VI, riconosca nella Chiesa il volto di una madre-amica”

(Card. Edoardo Menichelli, Vescovo di Ancona) 
ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'
UN PROGETTO DIVINO DI SALVEZZA CHE ATTRAVERSA I SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO
-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE
 
Tele Maria da 8 anni in Internet
1° Maggio 2007 - 1° Maggio 2015
UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE PER UN APOSTOLATO PIU' AMPIO
DA 8 ANNI TRASMISSIONI DI TELE MARIA IN INTERNET
ORA CON LE NUOVE TECNOLOGIE VISIBILE ANCHE NEI TELEVISORI DI CASA E NEI TELEFONINI

www.telemaria.it
Sotto la protezione di San Giuseppe Lavoratore e proprio all'inizio del Mese Mariano di Maggio 8 anni fa (Primo Maggio 2007) nasceva TELE MARIA con la prima trasmissione andata in onda su LA VERIDICITA' STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO, esposta dal Prof. Giorgio Nicolini, fondatore della Emittente - TELE MARIA trasmette programmi secondo le indicazioni dell'esortazione di San Paolo ai cristiani: "Fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri" (cfr. Fil.4,8).

TELE MARIA
RINGRAZIA I SUOI UTENTI E I SUOI BENEFATTORI
Ancona, inizio trasmissioni  dal 1° maggio 2007
San Giuseppe Lavoratore, custode della Santa Casa e della Vita


 Giuseppe, senza generazione carnale, ha avuto un Dio come figlio

Tutto è grande, tutto è sublime nei tre personaggi che compongono sulla terra la Sacra Famiglia del Salvatore del mondo! Dopo la Trinità celeste, Padre, Figlio e Spirito Santo, non vi è nulla di più misterioso e di più augusto di questa trinità terrestre: Gesù Cristo, Maria e Giuseppe. Gesù Cristo è uomo senza cessare d'essere Dio; Maria è madre, senza smettere di essere vergine; Giuseppe è sposo, senza cessare d'essere puro. Gesù Cristo è figlio senza avere avuto mai padre sulla terra; Maria è madre senza il concorso di un uomo; Giuseppe è padre senza avere mai avuto figli. E nondimeno Gesù Cristo, senza avere avuto per padre un uomo, è vero figlio dell'uomo; Maria, senza aver mai conosciuto uomo, è divenuta feconda; Giuseppe senza generazione carnale, ha avuto un Dio per figlio.
Padre Joachim Ventura, Orazione panegiristica sulla paternità di S. Giuseppe
in Cardinal Lépicier , Saint Joseph, époux de la Très Sainte Vierge - Lethelleux, 1932
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LETTERA ALLA MADRE
DI UN BAMBINO ABORTITO


Cara Mamma,
tu non mi conosci in quanto, quand’ero ancora nel tuo grembo, hai deciso che la mia vita venisse soppressa con l’aborto. Ma, rifiutato dagli uomini, sono stato raccolto dal Signore che ha detto: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai" (Is. 49,15). E Dio d’amore, in virtù dei meriti di Gesù Cristo e delle preghiere della Chiesa e di tutti i santi, mi ha portato nel Paradiso. Essendo morto da piccolo, non in grado quindi di compiere il bene ed il male e di discernerlo, non sono stato sottoposto al giudizio come invece accadrà a te ed agli altri uomini nel momento della morte. Io so che sei stata sedotta da certi falsi maestri che, come Lucifero con Eva, ti hanno fatto credere che si trattava "solo di un’interruzione della gravidanza", mentre il Papa con l’enciclica "Evangelium vitae" ha chiarito che invece è un peccato mortale. So che non hai mai letto la Bibbia e neppure tale enciclica, mentre preferivi passare ore davanti alla televisione, strumento utile ma che gli uomini hanno reso un moderno vitello d’oro. Se tu avessi letto la Parola di Dio avresti meditato il libro sapienziale del Qoelet che insegna "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo". Avresti quindi atteso il momento propizio per compiere quegli atti d’amore che mi hanno dato vita in un momento per te indesiderato. Credendoti libera ed emancipata secondo le teorie del mondo, ti sei trovata "prigioniera" della mia presenza che ti avrebbe impegnata in compiti e responsabilità per le quali non ti sentivi matura. Nonostante i consigli di chi, ispirato da Dio, ti stimolava ad affidarti comunque alla Sua provvidenza, come fece Agar nel deserto ed altre donne bibliche antesignane di Maria Santissima che ha avuto la massima fiducia in Dio, tu hai preferito sbarazzarti di me. Padre Pio, durante la confessione di una donna che aveva abortito, le mostrò in visione un papa osannato dalle folle dicendole che Dio aveva progettato per suo figlio un tale ruolo.
Ma io, dal Paradiso, ti amo lo stesso e prego perché tu ti salvi. In molti casi la preghiera dei bambini abortiti è l’unica orazione, unita a quella di qualche familiare, recitata incessantemente a favore della loro madre. Se sentirai dei rimorsi, sappi che, come è successo a tante madri che hanno abortito, tali rimorsi sono una grazia che va accolta e perfezionata con la confessione del tuo grave peccato, che il Signore d’infinita misericordia arde dal desiderio di perdonare; ma non può farlo senza il tuo pentimento. Non trascurare tale grazia ed affrettati a sbarazzarti del grave peccato. Da tale peccato devi liberarti il più presto possibile per la tua serenità e per la gioia di Dio che ha detto "Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Lc. 15,7). Poiché ti amo non desidero che tu, incurante dei richiami alla conversione ed al pentimento, finisca nell’inferno che esiste ed è esattamente come la Madonna, mia Madre in cielo, l’ha mostrato ai veggenti di Fatima e di Medjugorje. Anche se andrai da medici o psicologi per tentare di allontanare il "rimorso provvidenziale", nessun di loro potrà mai cancellare la tua colpa, ma un sacerdote sì.
Tuo figlio mai nato.

MAMMA che hai deciso di far morire il tuo bambino,
prima di porre in atto il tuo proposito GUARDA il filmato IL GRIDO SILENZIOSO
cliccando all'indirizzo seguente:
http://www.lavocecattolica.it/avvertenze.filmato.htm
Leggi anche quanto ha fatto e scritto una ragazza di 17 anni, riguardo a IL VALORE DI MIO FIGLIO,
all'indirizzo
http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/ilvaloredimiofiglio.htm


S.O.S. VITA
Per avere ogni aiuto

Numero Verde 800.813000
 
SAN GIUSEPPE: L’UOMO GIUSTO
Il custode della Santa Casa di Nazareth a Loreto e il custode della Vita
PATRONO DELLA CHIESA UNIVERSALE


La figura e la missione di San Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa
ESORTAZIONE APOSTOLICA "REDEMPTORIS CUSTOS" DI GIOVANNI PAOLO II
(15 agosto 1989)

 
            «Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt.1,20-21). In queste parole è racchiuso il nucleo centrale della verità biblica su san Giuseppe, il momento della sua esistenza a cui in particolare si riferiscono i padri della Chiesa. (cfr. n.2).
            Chiamato ad essere il custode del redentore, «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt.1,24). Ispirandosi al Vangelo, i padri della Chiesa fin dai primi secoli hanno sottolineato che san Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all'educazione di Gesù Cristo (cfr. S. Irenaei, «Adversus haereses», IV, 23, 1: S. Ch. 100/2, 692-694), così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine santa è figura e modello. (cfr. n.1).
 
L'UOMO GIUSTO
            Nel corso della sua vita, che fu una peregrinazione nella fede, Giuseppe, come Maria, rimase fedele sino alla fine alla chiamata di Dio. La vita di lei fu il compimento sino in fondo di quel primo «fiat» pronunciato al momento dell'Annunciazione, mentre Giuseppe - come è già stato detto - al momento della sua «annunciazione» non proferì alcuna parola: semplicemente egli «fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore» (Mt.1,24). E questo primo «fece» divenne l'inizio della «via di Giuseppe». Lungo questa via i Vangeli non annotano alcuna parola detta da lui. Ma il silenzio di Giuseppe ha una speciale eloquenza: grazie ad esso si può leggere pienamente la verità contenuta nel giudizio che di lui dà il Vangelo: il «giusto» (Mt.1,19). Bisogna saper leggere questa verità, perché vi è contenuta una delle più importanti testimonianze circa l'uomo e la sua vocazione. Nel corso delle generazioni la Chiesa legge in modo sempre più attento e consapevole una tale testimonianza, quasi estraendo dal tesoro di questa insigne figura «cose nuove e cose antiche» (Mt.13,52). (cfr. n.17).
            L'uomo «giusto» di Nazaret possiede soprattutto le chiare caratteristiche dello sposo. L'Evangelista parla di Maria come di «una vergine, promessa sposa di un uomo... chiamato Giuseppe» (Lc.1,27). Prima che comincia a compiersi «il mistero nascosto da secoli» (Ef.3,9), i Vangeli pongono dinanzi a noi l'immagine dello sposo e della sposa. Secondo la consuetudine del popolo ebraico, il matrimonio si concludeva in due tappe: prima veniva celebrato il matrimonio legale (vero matrimonio), e solo dopo un certo periodo, lo sposo introduceva la sposa nella propria casa. Prima di vivere insieme con Maria, Giuseppe quindi era già il suo «sposo»… (cfr. n.18).
 
IL PATRONO DELLA FAMIGLIA
            Nelle parole dell'«annunciazione» notturna Giuseppe ascolta non solo la verità divina circa l'ineffabile vocazione della sua sposa, ma vi riascolta, altresì, la verità circa la propria vocazione. Quest'uomo «giusto» che, nello spirito delle più nobili tradizioni del popolo eletto, amava la Vergine di Nazaret ed a lei si era legato con amore sponsale, è nuovamente chiamato da Dio a questo amore. «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt.1,24); quello che è generato in lei «viene dallo Spirito Santo»: da tali espressioni non bisogna forse desumere che anche il suo amore di uomo viene rigenerato dallo Spirito Santo? Non bisogna forse pensare che l'amore di Dio, che è stato riversato nel cuore umano per mezzo dello Spirito Santo (cfr. Rom.5,5), forma nel modo più perfetto ogni amore umano?
            Esso forma anche - ed in modo del tutto singolare - l'amore sponsale dei coniugi, approfondendo in esso tutto ciò che umanamente è degno e bello, ciò che porta i segni dell'esclusivo abbandono, dell'alleanza delle persone e dell'autentica comunione sull'esempio del mistero trinitario. «Giuseppe... prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio» (Mt.1,24-25). Queste parole indicano un'altra vicinanza sponsale. La profondità di questa vicinanza, la spirituale intensità dell'unione e del contatto tra le persone - dell'uomo e della donna - provengono in definitiva dallo Spirito, che dà la vita (Gv.6,63).
            Giuseppe, obbediente allo Spirito, proprio in esso ritrovò la fonte dell'amore, del suo amore sponsale di uomo, e fu questo amore più grande di quello che «l'uomo giusto» poteva attendersi a misura del proprio cuore umano. (…) Poiché il connubio è la massima società e amicizia, a cui di sua natura va unita la comunione dei beni, ne deriva che, se Dio ha dato come sposo Giuseppe alla Vergine, glielo ha dato non solo a compagno della vita, testimone della verginità e tutore dell'onestà, ma anche perché partecipasse, per mezzo del patto coniugale, all'eccelsa grandezza di lei» (Leone XIII, «Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta» IX [190] 177s). (cfr. n.19).
            Un tale vincolo di carità costituì la vita della santa Famiglia prima nella povertà di Betlemme, poi nell'esilio in Egitto e, successivamente, nella dimora a Nazaret. La Chiesa circonda di profonda venerazione questa Famiglia, proponendola quale modello a tutte le famiglie.
 
IL PATRONO DELLA VITA
            Inserita direttamente nel mistero dell'Incarnazione, la Famiglia di Nazaret costituisce essa stessa uno speciale mistero. Ed insieme - così come nella Incarnazione - a questo mistero appartiene la vera paternità: la forma umana della famiglia del Figlio di Dio - vera famiglia umana, formata dal mistero divino. In essa Giuseppe è il padre: non è la sua una paternità derivante dalla generazione; eppure, essa non è «apparente», o soltanto «sostitutiva», ma possiede in pieno l'autenticità della paternità umana, della missione paterna nella famiglia. E' contenuta in ciò una conseguenza dell'unione ipostatica: umanità assunta nell'unità della Persona divina del Verbo-Figlio, Gesù Cristo. Insieme con l'assunzione dell'umanità, in Cristo è anche «assunto» tutto ciò che è umano e, in particolare, la famiglia, quale prima dimensione della sua esistenza in terra. In questo contesto è anche «assunta» la paternità umana di Giuseppe. In base a questo principio acquistano il loro giusto significato le parole rivolte da Maria a Gesù dodicenne nel tempio: «Tuo padre ed io... ti cercavamo». Non è questa una frase convenzionale: le parole della Madre di Gesù indicano tutta la realtà dell'Incarnazione, che appartiene al mistero della Famiglia di Nazaret. Giuseppe, il quale sin dall'inizio accettò mediante «l'obbedienza della fede» la sua paternità umana nei riguardi di Gesù, seguendo la luce dello Spirito Santo, che per mezzo della fede si dona all'uomo, certamente scopriva sempre più ampiamente il dono ineffabile di questa sua paternità. (cfr. n.21).
 
IL CUSTODE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH
            Anche sul lavoro di carpentiere nella casa di Nazaret si stende lo stesso clima di silenzio, che accompagna tutto quanto si riferisce alla figura di Giuseppe. E' un silenzio, però che svela in modo speciale il profilo interiore di questa figura. I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe «fece»; tuttavia, consentono di scoprire nelle sue «azioni», avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quotidiano contatto col mistero «nascosto da secoli», che «prese dimora» sotto il tetto di casa sua. Questo spiega, ad esempio, perché santa Teresa di Gesù, la grande riformatrice del Carmelo contemplativo, si fece promotrice del rinnovamento del culto di san Giuseppe nella cristianità occidentale. (cfr. n.25).
            Il sacrificio totale, che Giuseppe fece di tutta la sua esistenza alle esigenze della venuta del Messia nella propria casa, trova la ragione adeguata nella «sua insondabile vita interiore, dalla quale vengono a lui ordini e conforti singolarissimi, e derivano a lui la logica e la forza, propria delle anime semplici e limpide, delle grandi decisioni, come quella di mettere subito a disposizione dei disegni divini la sua libertà, la sua legittima vocazione umana, la sua felicità coniugale, accettando della famiglia la condizione, la responsabilità ed il peso, e rinunciando per un incomparabile virgineo amore al naturale amore coniugale che la costituisce e la alimenta» («Insegnamenti di Paolo VI», VII [1969] 1268). Questa sottomissione a Dio, che è prontezza di volontà nel dedicarsi alle cose che riguardano il suo servizio, non è altro che l'esercizio della devozione, la quale costituisce una delle espressioni della virtù della religione (cfr. S. Thomae, «Summa Theologiae», II-II, q. 82, a. 3, ad 2). (cfr. n.26).
            Poiché l'amore «paterno» di Giuseppe non poteva non influire sull'amore «filiale» di Gesù e, viceversa, l'amore «filiale» di Gesù non poteva non influire sull'amore «paterno» di Giuseppe, come inoltrarsi nelle profondità di questa singolarissima relazione? Le anime più sensibili agli impulsi dell'amore divino vedono a ragione in Giuseppe un luminoso esempio di vita interiore. Inoltre, l'apparente tensione tra la vita attiva e quella contemplativa trova in lui un ideale superamento, possibile a chi possiede la perfezione della carità. Seguendo la nota distinzione tra l'amore della verità («caritas veritatis») e l'esigenza dell'amore («necessitas caritatis») (cfr. S. Thomae, «Summa Theologiae», II-II, q. 182, a. 1, ad 3), possiamo dire che Giuseppe ha sperimentato sia l'amore della verità, cioè il puro amore di contemplazione della verità divina che irradiava dall'umanità di Cristo, sia l'esigenza dell'amore, cioè l'amore altrettanto puro del servizio, richiesto dalla tutela e dallo sviluppo di quella stessa umanità. (cfr. n.27)
 
IL PATRONO DELLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO
            In tempi difficili per la Chiesa Pio IX, volendo affidarla alla speciale protezione del santo patriarca Giuseppe, lo dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta», pars I, vol. V, 283). Il Pontefice sapeva di non compiere un gesto peregrino, perché a motivo dell'eccelsa dignità concessa da Dio a questo suo fedelissimo servo, «la Chiesa, dopo la Vergine Santa, sposa di lui, ebbe sempre in grande onore e ricolmò di lodi il beato Giuseppe, e di preferenza a lui ricorse nelle angustie» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus, die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta+, pars I, vol. V, 282s). Quali sono i motivi di tanta fiducia? Leone XIII li espone così: «Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall'essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù... Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia... E' dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo» («Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta», IX [1890] 177-179). (cfr. n.28).
            Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni dove - come ho scritto nell'esortazione apostolica "Christifideles Laici" - la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti», e che «sono ora messi a dura prova» (34). Per portare il primo annuncio di Cristo o per riportarlo laddove esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale «virtù dall'alto» (cfr. Lc.24,49; At.1,8), donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall'intercessione e dall'esempio dei suoi santi. (cfr. n.29).
            Già cento anni fa Papa Leone XIII esortava il mondo cattolico a pregare per ottenere la protezione di san Giuseppe, patrono di tutta la Chiesa. L'epistola enciclica «Quamquam Pluries» si richiamava a quell'«amore paterno» che Giuseppe «portava al fanciullo Gesù», ed a lui, «provvido custode della divina Famiglia», raccomandava «la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue». Da allora la Chiesa - come ho ricordato all'inizio - implora la protezione di san Giuseppe - «per quel sacro vincolo di carità che lo strinse all'Immacolata Vergine Madre di Dio» e gli raccomanda tutte le sue sollecitudini, anche per le minacce che incombono sulla famiglia umana. Ancora oggi abbiamo numerosi motivi per pregare nello stesso modo: «Allontana da noi, o padre amatissimo, questa peste di errori e di vizi..., assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre...; e come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità» (cfr. «Oratio ad Sanctum Iosephum», quae proxime sequitur textum ipsius Epist. Enc. «Quamquam Pluries"» die 15 aug. 1889: «Leone XIII P. M. Acta», IX [1890] 183). Ancora oggi abbiamo perduranti motivi per raccomandare a san Giuseppe ogni uomo. (cfr. n.31).
 
L’intero testo della Esortazione Apostolica “REDEMPTORIS CUSTOS” è leggibile all’indirizzo Internet: www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_15081989_redemptoris-custos_it.html
 
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della Divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.
 
 





 GESU' E' RISORTO!


Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!


Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

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LA SANTA CASA

LE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH


Clicca QUI per aprire il Sito

Le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia, dal 9-10 maggio 1291 al 9-10 dicembre 1294), ad Ancona (località Posatora, nel 1295, per nove mesi), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto”, il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta” (dal dicembre 1295 all'agosto 1296, per otto mesi); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano o Monte Prodo (dall'agosto al dicembre 1296, per quattro mesi) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica (dicembre 1296).

Affinché per l'incuria degli uomini,
che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo
di un fatto così meraviglioso"

(Beato Giovanni Battista Spagnoli, detto "il Mantovano")
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Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Nicolini a Staggia Senese il 24 aprile 2015
Dal Sito http://www.amicideltimone-staggia.it/it/articoli.php?id=126
GLI ANGELI HANNO TRASPORTATO LA CASA DI MARIA DA NAZARET A LORETO
- La traslazione angelica è confermata sia da prove storiche, documentali e archeologiche, sia da Papi e da mistici - A Loreto, nelle Marche, si trova da secoli la Santa Casa, cioè la casa dove Maria è nata, ha vissuto e dove ha ricevuto la visita dell'Arcangelo Gabriele che le ha annunciato il concepimento verginale di Gesù.  (...)
Ad approfondire la traslazione angelica abbiamo avuto il piacere di ospitare il professor Giorgio Nicolini che allo studio della Santa Casa ha dedicato la vita conducendo, spesso in solitaria, la battaglia per far riconoscere la verità storica di quanto accaduto da Nazaret a Loreto.
A BREVE PUBBLICHEREMO UN RESOCONTO DETTAGLIATO DELLA SERATA - ECCO UN VIDEO NEL QUALE IL PROF. NICOLINI RIASSUME I FATTI DELLA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA - https://www.itstream.tv/play/MzkwMjk

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Ancona è ricca di testimonianze religiose davvero rare, al punto da essere definita "Città della Fede", per il motivo di essere stata tra le primissime città al mondo a ricevere, ad abbracciare ed a diffondere la Fede Cristiana, circa nell'anno 35, proprio immediatamente dopo la Morte e la Risurrezione di Gesù Cristo. Le storie di molte reliquie e di molti Santi legati alla città sono state raccolte - e indicate con il collegamento in Internet - nel Calendario 2015 di Tele Maria - Scarica e diffondi liberamente in Internet (Siti, Facebook, Twitter, Linkedin, ecc,) il Calendario 2015 di Tele Maria dall'indirizzo:
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La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l'essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita" (Catechismo Chiesa Cattolica, n°2270)
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La Risurrezione di Gesù doni la VITA
a tante creature che trovano la tomba nel grembo delle loro madri!
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UNA BELLA PREGHIERA
CHE RICORDA COME ANCHE GESU' CRISTO, IL FIGLIO DI DIO,
NELL'INCARNAZIONE NEL GREMBO DI MARIA VERGINE,
INIZIO' LA SUA ESISTENZA UMANA DIVENENDO UNA CELLULA.
Sia lodata e benedetta l'ora nella quale il Verbo di Dio venne al mondo sotto forma di una cellula e pose la sua dimora nel seno purissimo della Vergine Maria. O Cellula Divina di quella ora, ascolta le nostre preghiere. Nella tua tenerezza dà il benvenuto a tutti quei bambini che furono respinti dalle loro madri, e guarda con compassione a quelle che, spinte dalle loro sofferenze e illusioni, attentano contro la vita dei loro figli prima della loro nascita. Abbi pietà di coloro che si servono delle loro abilità nella scienza medica per sopprimere la vita. Ispira tutti i cristiani del mondo, perché cerchino e applichino soluzioni cristiane ai problemi sociali. Benedici i nostri sforzi per educare e servire. Aiutaci a portarli a termine per guadagnare menti e cuori alla verità, per servire coloro che sono nella necessità, perché non ricorrano mai alla violenza.
S.O.S. VITA - Per aiuto chiama il NUMERO VERDE  800.813000
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