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tutto ciò
che è vero,
nobile,
giusto,
puro,
amabile,
onorato,
quello che è
virtù e
merita lode
(Fil.4,8)
|
Notiziario
periodico
di Tele
Maria
/13-2015
Ancona,
sabato
28
febbraio
2015
A cura
del
Prof.
Giorgio
Nicolini
-
Tel,/Fax
071.83552
- Cell.
339.6424332
Posta
Elettronica:
direttore@telemaria.it -
Sito
Internet:
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|
|
CONTRO
L'APOSTASIA
LAURETANA
I
PRONUNCIAMENTI
DEL
MAGISTERO
SULLA
VERITA'
DELLE
TRASLAZIONI
ANGELICHE
DELLA SANTA
CASA DI
LORETO
|
SU
RICHIESTA
DELLA
CONGREGAZIONE
PER
LA
DOTTRINA
DELLA
FEDE
UNA
RELAZIONE
DEL
PROF.
GIORGIO
NICOLINI
AL
CARD.
GERHARD
LUDWIG
MULLER
LA
DENUNCIA
CANONICA
PER
IL
DELITTO
DI
FALSO
PER
LA
OSTINATA
E
DISSACRANTE
APOSTASIA
LAURETANA
LA
PUBBLICAZIONE
DI
UN
NUOVO
LIBRO
DEL
PADRE
GIUSEPPE
SANTARELLI
CON
REITERATE
ED
AMPLIATE
MISTIFICAZIONI
E
FALSIFICAZIONI
STORICHE
|
|
Em.mo Signor
Card. GERHARD
LUDWIG MULLER
Congregazione
per la Dottrina
della Fede
Palazzo del
Sant’Uffizio, 11
- 00120 CITTA’
DEL VATICANO
RACCOMANDATA
A.R.
– Anticipata Via
Fax al
n.06.69883409
OGGETTO:
Richiesta di
informazione
e/o
correzione
di una
pubblicazione
ufficiale
del Vescovo
di Loreto
riguardo ad
una asserita
- ma
inverosimile!
–
dichiarazione
della
“Congregazione
per la
Dottrina
della Fede”,
la quale,
interpellata,
avrebbe
“confermato”
– a detta
del Vescovo
di Loreto -
che
“non esiste
un
pronunciamento
che possa
permettere
di indicare
il trasporto
angelico
della Santa
Casa come
definito dal
Magistero
ordinario e
straordinario
della
Chiesa”,
in
macroscopica
contraddizione
con tutte le
innumerevoli
dichiarazioni
pontificie,
solenni e
inequivocabili,
emesse per
sette secoli.
Il testo
originale è
prelevabile
cliccando
QUI
Gli allegati
documentativi
sono
prelevabili
cliccando
sulla voce
"allegato"
Ancona, 27
febbraio
2015
Em.mo Signor
Card.
GERHARD
LUDWIG
MULLER,
Le
invio il
presente
scritto, su
richiesta di
un
componente
della
Congregazione
per la
Dottrina
della Fede,
interpellato
telefonicamente
il 17
febbraio
u.s.
Avevo
telefonato,
infatti, per
sapere se
era vero che
la Sua
Congregazione,
interpellata
dal Vescovo
di Loreto
Mons.
Giovanni
Tonucci,
avesse
“confermato”
che “non
esiste un
pronunciamento
che possa
permettere
di indicare
il trasporto
angelico
della Santa
Casa come
definito dal
Magistero
ordinario e
straordinario
della
Chiesa”.
Tale
affermazione
del Vescovo
di Loreto è
stata
pubblicata
nel
“Messaggio
della Santa
Casa” (n.1,
gennaio
2015,
pag.25)
(cfr.
allegato 1)
e nella
prefazione –
dello stesso
Vescovo di
Loreto – al
libro del
Padre
Giuseppe
Santarelli
“La Santa
Casa di
Loreto” (ed.
Santa Casa,
Loreto 2014,
pag.7)
(cfr.
allegato 2).
Poiché,
quale
studioso da
una vita
della
“questione
lauretana”,
conosco
assai bene e
posso
ampiamente
documentare
come
l’affermazione
suddetta è
del tutto
erronea e
fuorviante,
esistendo
dichiarazioni
pontificie
solenni ed
inequivocabili
in tutti e
sette secoli
della storia
del
Santuario
Lauretano,
chiedo alla
S.V. se sia
vero che sia
stato
dichiarato
dalla
“Congregazione
per la
Dottrina
della Fede”
quanto
asserito e
pubblicato
dal Vescovo
di Loreto o
se non si
tratti in
realtà di
una erronea
interpretazione
di qualche
documento
emesso dalla
Sua
Congregazione,
se davvero
esiste un
tale
documento.
In
proposito,
chiedo che
venga reso
pubblico
tale
documento,
se esiste, e
che venga
comunque
confermato
che la
Chiesa, nel
suo
Magistero
Ordinario,
ha sempre
“dichiarato”
– al
contrario di
quanto
asserito dal
Vescovo di
Loreto –
l’autenticità
della Santa
Casa di
Nazareth
custodita a
Loreto e la
“veridicità
storica”
delle
“Miracolose
Traslazioni”
della stessa
Santa Casa,
sino a
Loreto, pur
impegnando i
credenti
solo con una
“fede umana”
e non per
quella
“divina”.
Così
è attestato
da solenni
ed
inequivocabili
dichiarazioni
secolari del
magistero
pontificio,
alcuni dei
quali, tra i
più
importanti,
riporto qui
di seguito –
come
richiestomi
dall’interlocutore
telefonico
del 17
febbraio
u.s. della
Sua
Congregazione
- ed altri
potrò
ulteriormente
documentare
– se
richiesto –
avendo una
biblioteca
vastissima
di centinaia
di
documentazioni
storiche
dalla fine
del XIII
secolo a
tutt’oggi, e
che si può
comunque
prelevare ed
approfondire
in parte
anche dal
mio Sito
Internet
apposito
www.lavocecattolica.it/santacasa.htm.
Tra
tutti gli
innumerevoli
interventi
ufficiali e
solenni del
magistero
pontificio,
emessi nei
sette
secoli,
appare
particolarmente
inequivocabile
e solenne
quello
trascritto
all’interno
stesso del
Santuario di
Loreto, sul
rivestimento
marmoreo
della Santa
Casa (lato
Nord-Est),
ove si può
leggere
incisa a
caratteri
cubitali e
per tutta la
larghezza
della parete
la
sottostante
iscrizione
composta dal
Papa
Clemente
VIII nel
1595, a
conclusione
dei lavori
centenari
del maestoso
complesso
basilicale
lauretano,
che fu
eretto e
consacrato
proprio allo
scopo di
proteggere e
custodire
l’insigne
reliquia e
la mirabile
storia delle
Traslazioni
Miracolose.
Con
tale
iscrizione
consacratoria
pontificia,
sul
rivestimento
marmoreo
della Santa
Casa,
Clemente
VIII
volle
“definire”
ed
“attestare”
con la sua
autorità
apostolica,
a perpetua
memoria, sia
l’autenticità
della
reliquia
nazaretana
che
l’autenticità
storica
delle
molteplici
traslazioni
angeliche
della Santa
Casa
(cfr.
allegato 3):
Ospite
cristiano
che qui
venisti o
per
devozione o
per voto,
ammira la
Santa Casa
Loretana
venerabile
in tutto il
mondo per i
misteri
divini e per
i miracoli.
Qui nacque
Maria SS.
Madre di
Dio, qui fu
salutata
dall’Angelo,
qui
s’incarnò
l’eterno
Verbo di
Dio. Questa
gli Angeli
trasferirono
dalla
Palestina,
la prima
volta in
Dalmazia, a
Tersatto,
nell’anno
1291 sotto
il
pontificato
di Nicolò
IV. Tre anni
dopo, nel
principio
del
Pontificato
di Bonifacio
VIII, fu
trasportata
nel Piceno,
vicino alla
città di
Recanati, in
una selva,
per lo
stesso
ministero
angelico,
ove, nello
spazio di un
anno,
cambiato
posto tre
volte, qui
ultimamente
fissò la
sede già da
300 anni. Da
quel tempo
commossi i
popoli
vicini di sì
stupenda
novità ed in
seguito per
la fama dei
miracoli
largamente
divulgata,
questa Santa
Casa ebbe
grande
venerazione
presso tutte
le genti, le
cui mura
senza
fondamenta,
dopo tanti
secoli,
rimangono
stabili e
intere. Fu
cinta da
marmoreo
ornato da
Clemente VII
l’anno 1534.
Clemente
VIII P.M.
ordinò che
in questo
marmo fosse
descritta
una breve
storia
dell’ammirabile
Traslazione
l’anno 1595.
Antonio M.
Gallo
Cardinale,
Vescovo di
Osimo e
Protettore
di Santa
Casa, la
fece
eseguire.
Tu, o pio
pellegrino,
venera con
devoto
affetto la
Regina degli
Angeli e la
Madre delle
grazie,
affinché per
i suoi
meriti e
preghiere,
dal Figliolo
dolcissimo,
autore della
vita, ti
ottenga
perdono
delle tue
colpe, la
santità
corporale e
le gioie
della
eternità.
L’edificazione
del
grandioso
Santuario
Lauretano,
così come
ancora oggi
si presenta,
fu voluta ed
iniziata dal
Papa Paolo
II
oltre un
secolo
prima, già
nel 1464.
Egli, da
Cardinale,
si trovava
ad Ancona
con il Papa
Pio II, che
assistette
nei suoi
ultimi
giorni di
vita in
Ancona, ove
Pio II morì
il 14 agosto
1464. Non
potendo poi
rientrare a
Roma per la
peste che lo
aveva
colpito si
fece
condurre
nella Santa
Casa di
Loreto, ove
tra quelle
sacre mura
ebbe una
apparizione
della
Vergine
Maria – come
da lui
stesso
attestato -,
che lo guarì
istantaneamente
dalla peste
contratta in
Ancona,
rivelandogli
anche che
sarebbe
stato eletto
Papa nel
prossimo
Conclave,
come infatti
avvenne
pochi giorni
dopo a Roma,
il 30 agosto
1464,
venendo
eletto
subito al
primo
scrutinio.
Egli volle
allora
manifestare
la sua
riconoscenza
alla Vergine
Lauretana
nella sua
prima
Enciclica
del 19
ottobre
1464. Il
Sommario di
questo
documento
pontificio
fu fatto
scolpire dal
Governatore
della Santa
Casa,
Vincenzo
Casali, in
una grande
lastra di
marmo che
ancora è
murata (e
tutt’oggi
ben
leggibile!)
nella prima
lesena della
navata di
sinistra
della
Basilica di
Loreto
(cfr.
allegato 4)
e in
essa si
legge di
come il
Santuario
Lauretano
era già
ovunque
celebre per
i grandi e
stupendi
miracoli
che, scrive
testualmente
il Papa,
“abbiamo noi
stessi
esperimentati
nella nostra
persona”.
Poi egli
concesse
un’indulgenza
straordinaria,
in due
Giubilei
distinti, a
coloro che
avessero
visitato il
Santuario di
Loreto e
scrivendo
nella
“Bolla” del
12 febbraio
1470, un
grande
elogio per
il Santuario
di Loreto,
dicendo
testualmente
che esso era
stato
“miracolosamente
fondato”.
Queste le
parole del
Sommo
Pontefice:
“Cupientes
ecclesiam
Beatae
Mariae de
Laureto in
honorem
eiusdem
Sacratissimae
Virginis…
miraculose
fundatam, in
qua, sicut
fides
dignorum
habet
assertio et
universi
potest
constare
fidelibus,
ipsius
Virginis
gloriosae
imago
angelico
comitante
coetu mira
Dei
clementia
collocata
est…”
(12 febbraio
1470).
Non
è poi da
sottovalutare
l’attestazione
di numerosi
autori
antichi
(cfr.
allegato 5)
che
affermano
come lo
stesso
Pontefice
Bonifacio
VIII
(1294-1303),
che regnava
negli anni
delle
Traslazioni
Miracolose
della Santa
Casa, fu
indotto ad
istituire il
Primo Grande
Giubileo del
1300 proprio
per far
accorrere a
Roma i
cristiani e
così far
conoscere a
tutti i
popoli ed
indirizzarli
al
pellegrinaggio
alla Santa
Casa
presente
nelle
Marche, ove
era giunta
nel 1294,
proveniente
da Tersatto,
a cui era
già
pervenuta
miracolosamente
da Nazareth
il 9-10
maggio 1291.
Pochi
anni dopo ne
parla
comunque
espressamente
il
Papa
Clemente V
(1305-1314),
in una
“Bolla”
emanata
dalla
lontana
Avignone,
datata 18
luglio 1310.
In tale
“Bolla” si
faceva
riferimento
ad un
documento in
cui si
parlava di
una famiglia
tedesca che
aveva
pellegrinato
e fatto
(testualmente)
“un voto
davanti alla
miracolosa
divina
Vergine
Lauretana”.
Ancor
più
inequivocabile,
sin dagli
inizi,
appare
l’attestazione
del
Papa
Beato Urbano
V
(1362-1370),
che nel 1362
fece dono ai
Tersattesi
di una
immagine
della
Vergine
Lauretana,
“per
calmare il
loro dolore”
per aver
perduto la
stessa Santa
Casa,
confermando
così
esplicitamente
la verità
storica di
quella
Traslazione
Miracolosa
di Tersatto
(avvenuta il
9-10 maggio
1291) e di
quelle
successive
in Italia
avvenute
dopo il 9-10
dicembre
1294
(cfr.
allegato 6).
Altrettanto
attesterà il
Papa
Gregorio XI
(1370-1378),
che da
Avignone in
un’altra
“Bolla” del
2 novembre
1375 scrisse
di questo
Santuario
quanto
segue: “Per
i molti
miracoli che
l’Onnipotente
si degna
colà
operare, il
popolo
fedele
devotamente
vi si avvia
in folla”.
Nel 1507,
poi, quando
ancora si
stava
costruendo
l’attuale
grandiosa
Basilica, il
Papa Giulio
II
(1503-1513)
con una
“Bolla” del
21 ottobre
1507
confermò al
Santuario di
Loreto le
indulgenze
date dai
suoi
predecessori
per alcune
feste, alle
quali
aggiunse
quella
dell’Annunciazione
e, togliendo
la Santa
Casa dalla
giurisdizione
del Vescovo
di Recanati,
la dichiara
“Chiesa
Pontificia”,
alle
immediate
dipendenze
della Santa
Sede. In
tale “Bolla”
Giulio II
dichiarò che
la Santa
Casa di
Loreto era
la Camera
ove Maria fu
salutata
dall’Angelo,
concepì il
Salvatore,
lo nutrì e
lo allevò. E
scrisse
testualmente:
“Questa
camera fu la
prima chiesa
consacrata
dagli
Apostoli in
onore di Dio
e della
Vergine e fu
poi
miracolosamente
trasportata,
prima nella
Dalmazia e
quindi a
Loreto”.
Ancor
più
inequivocabile,
chiarissimo
e
perentorio,
è il
pronunciamento
del
Papa
Leone X
(1513-1521),
che, con
“Breve” del
1° giugno
1515 nominò
il Card.
Bernardo
Dovizi di
Bibbiena
Procuratore
del Papa a
Loreto e
poi, nel
1519,
Amministratore
Perpetuo
della Santa
Casa, della
quale
scrive:
“A
testimonianza
di tutti, è
il primo e
il più
celebre di
tutti i
Santuari,
perché è
provato da
testimoni
degni di
fede che la
Santa
Vergine,
dopo aver
trasportato
per
l’onnipotenza
divina, la
sua immagine
e la propria
casa da
Nazareth in
Dalmazia,
quindi nella
foresta di
Recanati e
nel campo di
due
fratelli, la
fece deporre
per il
ministero
degli Angeli,
sulla
pubblica
via, ove
trovasi
tuttora e
dove
l’Altissimo,
per i meriti
della
Santissima
Vergine,
continua a
operare
miracoli”
(Leone X,
“Breve” del
1° giugno
del 1515
Arch. Vat.
Vol. 1924;
232 IX Reg.
70 – f.
74).
In queste
parole
inequivocabili
del Papa
Leone X vi è
riassunta ed
approvata in
modo solenne
tutta “la
verità
storica”
delle
“miracolose
traslazioni
della Santa
Casa di
Nazareth”,
come era già
stato
tramandato
nei due
secoli
precedenti e
che hanno
fatto poi di
Loreto “il
primo” e “il
più celebre”
di tutti i
Santuari.
Tali
conferme si
hanno anche
da tanti
altri Papi
successivi.
Tra di essi,
Clemente VII
(1523-1534),
che mandò
anche una
commissione
a Nazareth e
a Tersatto
per
verificare
le misure
delle
fondamenta
della Santa
Casa rimaste
a Nazareth e
le impronte
da questa
lasciate a
Tersatto,
risultate
tutte
coincidenti.
Egli era
devotissimo
della
Madonna di
Loreto e
volle
recarsi di
persona a
venerarla, e
anche per
rendersi
conto dei
lavori che
si stavano
facendo nel
Santuario, e
specialmente
del
rivestimento
in marmo
della Santa
Casa.
Anche
San Pio V
(1566-1572),
volle fosse
scritto
nella
Basilica le
parole
“Vera domus
florida quae
fuit in
Nazareth”,
attribuendo
poi la
vittoria dei
cristiani
nella
battaglia di
Lepanto del
1571
all’intercessione
della
Vergine
Lauretana,
istituendone
poi la Festa
del Santo
Rosario il 7
ottobre.
In
speciale
modo, poi,
Sisto V
(1585-1590),
Papa
Marchigiano,
fu uno dei
più insigni
benefattori
della Santa
Casa, che
fin da
fanciullo
aveva
imparato ad
amare e a
venerare.
Egli elevò
al rango di
“città”
Loreto e la
fece sede
Vescovile.
La sua
“Bolla” del
17 marzo
1586, con la
quale
concede
questi
privilegi a
Loreto, è un
inno alle
glorie e
all’origine
miracolosa
del
Santuario
che accoglie
- egli dice
testualmente
-
“la
santa stanza
consacrata
dai Misteri
Divini,
nella quale
Maria
nacque, fu
salutata
dall’Angelo
e concepì di
Spirito
Santo il
Salvatore
del mondo”
(“Magnum
Bullarium”,
Roma, 1863,
T. VIII,
p.666).
Nel
1595, poi,
al
concludersi
dei lavori
di
costruzione
della
grandiosa
Basilica -
iniziatisi
nel 1464 con
Paolo II e
durati
quindi oltre
un secolo -,
il
papa
Clemente
VIII
(1592-1605)
suggellò
definitivamente
l’approvazione
pontificia
dell’autenticità
della Santa
Casa e delle
sue
Miracolose
Traslazioni
con l’atto
magisteriale
solenne
della
dedicazione
consacratoria
della
Basilica,
incisa sul
rivestimento
marmoreo
della Santa
Casa (lato
Nord-Est),
come
riportato
all’inizio
di questo
scritto
(cfr.
allegato 7).
Unitamente
a tale atto
consacratorio
della
Basilica
Clemente
VIII nello
stesso 1595,
in occasione
del Terzo
Centenario,
approvò
liturgicamente
anche la
Festa della
Traslazione
Miracolosa
della Santa
Casa per le
Diocesi
delle
Marche, che
già la
celebravano
“ab
immemorabili”
secondo le
tradizioni
locali.
Tale
approvazione
pontificia
fu
suggellata
con Decreto
del 29
novembre
1632 da
parte della
Sacra
Congregazione
dei Riti,
che fissò
definitivamente
la data
della
celebrazione
liturgica
della
Traslazione
Miracolosa
della Santa
Casa al 10
dicembre di
ogni anno.
Il
30 agosto
1669
Clemente IX
(1667-1669)
fece
inserire nel
Martirologio
Romano la
seguente
memoria:
“Laureti, in
Piceno,
Translatio
Sacrae Domus
Dei
Genitricis
Mariae, in
qua Verbum
Caro factum
est”
(Traduzione:
“A Loreto,
nel Piceno,
la
Traslazione
della Santa
Casa della
Madre di Dio
Maria, in
cui il Verbo
si è fatto
carne”).
Il
16 settembre
del 1699,
Innocenzo
XII
(1691-1700)
concedeva
alle Diocesi
delle Marche
l’Ufficio
proprio
della
Traslazione
della Santa
Casa, con
approvazione
della
lettura del
“trasporto
miracoloso”
della Santa
Casa, e con
relativa
Messa.
L’Oremus
della Messa
dice: “O
Signore che
nelle tue
misericordie,
per il
Mistero
dell’Incarnazione
del Verbo,
rendesti
sacra la
Casa della
Vergine e la
collocasti
poi
prodigiosamente
nel seno
della tua
Chiesa, fa
che noi,
segregati
dall’abitazione
dei
peccatori,
diventiamo
degni
abitatori
dei tuoi
santi
tabernacoli”.
Benedetto
XIII
(1724-1730)
estendeva
l’Ufficio
proprio
della
Traslazione
Miracolosa,
a Roma, allo
Stato
Pontificio e
a tutte le
Diocesi che
ne avessero
fatto
domanda.
Nella
VI Lezione è
brevemente
descritta la
storia della
Traslazione
(intendendo
sempre, come
ben si
legge,
quella
“miracolosa”!)
ed è
ricordata la
venerazione
secolare dei
fedeli alla
Santa Casa:
“Ipsius
autem
Virginis
Natalis
Domus
divinis
mysteriis
consecrata,
Angelorum
ministerio,
ab
infidelium
potesatte in
Dalmatiam
prius,
deinde in
agrum
Lauretanum
Picenae
Provinciae
translata
fuit…
eamdemque
ipsam esse
in qua
Verbum caro
factum est
et habitavit
in nobis,
tum
Pontificiis
diplomatibus
et
celeberrima
totius orbis
veneratione,
tum continua
miraculorum
virtute et
coelestium
beneficiorum
gratia
comprobatur”.
Questa la
traduzione:
“La Casa
natale della
stessa
Vergine,
consacrata
dai misteri
divini,
per
ministero
degli Angeli
fu sottratta
dalla
potestà
degli
infedeli, e
portata
dapprima in
Dalmazia e
poi in un
campo
lauretano
della
Provincia
Picena… E
che sia la
stessa Casa
in cui il
Verbo si è
fatto carne
e abitò fra
di noi, è
provato sia
dai
documenti
pontifici e
dalla
celeberrima
venerazione
di tutto
l’orbe, sia
dalla
continua
virtù dei
miracoli e
della grazia
dei celesti
benefici”.
Questo testo
è una
magnifica
sintesi di
quanto fin
qui scritto
ed è un
“documento
ufficiale”
della
Chiesa,
approvato
dai Sommi
Pontefici, e
valido ancor
oggi, in cui
la Festa
della
Traslazione
a Loreto è
ancora
celebrata il
10 dicembre
di ogni
anno, anche
se - in
verità – non
è la data
esatta
(stabilita
così a causa
di un errore
di date di
Girolamo
Angelita,
archivista
di Recanati
del XVI
secolo),
perché tale
data è “la
data di
partenza da
Tersatto”,
come riporta
una lapide
ancora
esistente
nel
Santuario di
Tersatto.
Nella “selva
della
signora
Loreta”,
nella zona
recanatese,
la Santa
Casa in
realtà
giunse alla
fine del
1295, dopo
essere stata
per nove
mesi su una
collina di
Ancona,
chiamata da
allora – per
quell’evento
miracoloso –
“Posatora”,
così come
attestano
lapidi,
chiese e
documenti
esistenti
ancor oggi
in Ancona.
Solo nel
1296 (come
anche è
scritto
nell’attuale
rivestimento
marmoreo del
Bramante) la
Santa Casa
fu ancora
“miracolosamente
trasportata”
sul Monte
Prodo, sul
campo di due
fratelli e
poi sulla
“pubblica
strada”, là
ove poi
sorse la
cittadina di
Loreto
(cfr.
allegato 8).
Le suddette
Lezioni ed
Orazioni
sono una
esaltazione
e una
inequivocabile
conferma
della
“tradizione”;
mentre è un
fatto che
tutte queste
dichiarazioni
e
concessioni
furono fatte
dalla Santa
Sede dopo un
lungo e
approfondito
studio, e
non senza
discussioni
ed obiezioni
da parte del
Promotore
della Fede,
in seno alla
Congregazione
dei Riti, e
costituiscono
uno dei più
validi
argomenti
per
dimostrare
che la
tradizione
lauretana è
basata sulla
verità. La
Chiesa non
avrebbe
diversamente
approvate
queste
preghiere
liturgiche,
perché
“lex
orandi est
lex
credendi”,
e se i Papi
non fossero
stati sicuri
della
fondatezza
della
tradizione,
non solo non
avrebbero
accordato
l’Ufficio e
la Messa, ma
avrebbero
proibito il
culto della
Santa Casa
di Loreto,
limitandolo
al simulacro
della
Vergine,
come negli
altri
Santuari. Il
che prova
che la
tradizione
lauretana
non è
passivamente
tollerata
dai Sommi
Pontefici –
come
pretenderebbero
gli
oppositori
-, ma fu
sempre da
loro
benedetta,
raccomandata
e voluta, e
che essi non
la misero
mai in
dubbio.
Così,
chiaramente,
affermò
anche il
Papa
Benedetto
XIV
(1740-1758):
“Voler
dimostrare
la verità
dei fatti
accennati in
questa
Lezione,
sarebbe un
voler rifare
quanto gli
storici
della Santa
Casa hanno
fatto con
tanto zelo e
dottrina”.
E nella sua
opera delle
feste di
Maria,
parlando
della Santa
Casa la
chiama
“Aula, dove
il Verbo
Divino prese
l’umana
carne,
trasportata
per
ministero
degli
Angeli; così
attestano
sia gli
antichi
documenti, e
la perpetua
tradizione,
sia le
testimonianze
dei Sommi
Pontefici,
come il
comune
sentimento
dei fedeli e
i miracoli
che si
verificano
di continuo”
(De fest. I,
2, c.16,
n.4).
Nei tempi a
noi più
vicini, il
grande
pontefice
marchigiano
dell’Immacolata,
il Beato Pio
IX
(1846-1878),
che nella
Santa Casa
fece voto da
giovane di
abbracciare
lo stato
ecclesiastico
se fosse
stato
guarito da
una grave
malattia,
come
avvenne,
così
dichiarò
nella Bolla
“Inter
Omnia” del
26 agosto
1852:
“Fra
tutti i
Santuari
consacrati
alla Madre
di Dio,
l’Immacolata
Vergine, uno
si trova al
primo posto
e brilla di
incomparabile
fulgore: la
veneranda ed
augustissima
Casa di
Loreto.
Consacrata
dai divini
misteri,
illustrata
dai miracoli
senza
numero,
onorata dal
concorso e
dall’affluenza
dei popoli,
stende
ampiamente
per la
Chiesa
Universale
la gloria
del suo
nome, e
forma ben
giustamente
l’oggetto di
culto per
tutte le
nazioni e
per tutte le
razze umane.
(…) A
Loreto,
infatti, si
venera
quella Casa
di Nazareth,
tanto cara
al Cuore di
Dio, e che,
fabbricata
nella
Galilea, fu
più tardi
divelta
dalle
fondamenta
e, per la
potenza
divina, fu
trasportata
oltre i
mari, prima
in Dalmazia
e poi in
Italia.
Proprio in
quella Casa
la
Santissima
Vergine, per
eterna
divina
disposizione
rimasta
perfettamente
esente dalla
colpa
originale, è
stata
concepita, è
nata, è
cresciuta, e
il celeste
messaggero
l’ha
salutata
piena di
grazia e
benedetta
fra le
donne.
Proprio in
quella Casa
ella,
ripiena di
Dio e sotto
l’opera
feconda
dello
Spirito
Santo, senza
nulla
perdere
della sua
inviolabile
verginità, è
diventata la
Madre del
Figlio
Unigenito di
Dio”
(Beato Pio
IX, Bolla
“Inter
omnia” del
26 agosto
1852)
(cfr.
allegato 9).
Il
Papa
Leone XIII
(1878-1903),
in occasione
del Sesto
Centenario
della
Traslazione
della Santa
Casa,
solennemente
celebrato
nell’anno
1894,
pubblicò una
delle sue
più belle
Lettere
Encicliche –
la “Felix
Lauretana
Cives” del
23 gennaio
1894 – nella
quale fece
professione
della sua
specialissima
devozione
alla Santa
Casa di
Loreto, che
egli definì
uno dei
monumenti
più sacri
della fede
cristiana, e
scrivendo in
modo
chiarissimo
che la Santa
Casa
(testualmente)
per
benignissimo
consiglio di
Dio
“fu
trasportata
miracolosamente
in Italia”.
Egli approvò
anche
l’istituzione
della
“Congregazione
Universale
della Santa
Casa”,
finalizzata
alla
diffusione
della storia
e del culto
della Santa
Casa e delle
sue
Miracolose
Traslazioni
(cfr.
allegato 10).
Infine, si
può dire a
“suggello”
conclusivo,
il
Papa
Benedetto XV
(1914-1922),
accogliendo
i voti di
moltissimi
Vescovi e
fedeli,
il
24 marzo
1920
dichiarava
solennemente
la Beata
Vergine di
Loreto
PATRONA
DEGLI
AVIATORI, a
motivo del
riconoscimento
esplicito
della
“verità
storica” dei
“voli
miracolosi”
della Santa
Casa in vari
luoghi, tra
il
1291-1296.
(S. C.
Rituum,
Decretum, 24
martii 1920,
A.A.S., XII,
p.175).
Infatti, con
tale
proclamazione,
il Papa
Benedetto XV
approvò
pienamente
“la
tradizione”,
la quale
vuole che la
Beata
Vergine
abbia
guidato nei
cieli e sul
mare la sua
Casetta di
Nazareth,
quando
questa fu
dagli Angeli
portata
dalla
Palestina in
Dalmazia e
poi sul
suolo
italiano
(cfr.
allegato 11,
pp.1-4).
Il
successore
Pio XI
(1922-1939)
fu poi uno
strenuo
difensore di
Loreto
ripetendo in
documenti
ufficiali
quanto,
intorno alla
questione
lauretana,
fu detto dai
suoi
predecessori.
Così anche
“confermarono”
e mai
contraddirono
la
“tradizione
lauretana”
tutti i
Pontefici
successivi:
Pio XII, San
Giovanni
XXIII, il
Beato Paolo
VI, San
Giovanni
Paolo II e
Benedetto
XVI.
In
proposito,
scrisse in
maniera
“illuminante”
San Giovanni
Paolo II:
“La
devozione
popolare
alla Madonna
di Loreto è
antica
quanto la
tradizione
circa le
vicende
della
“traslazione”
della
casetta di
Nazareth sul
“colle dei
lauri”,
presso la
città di
Ancona”
(Angelus
dell’8
dicembre
1987),
sconfessando
in tal modo
quanti
affermano
essere la
“traslazione
miracolosa”
una
alterazione
leggendaria
dei secoli
successivi:
infatti il
santo
pontefice ha
affermato
inequivocabilmente
che c’è una
assoluta
contemporaneità
tra “la
nascita
della
devozione
popolare
alla Madonna
di Loreto” e
“l’inizio
della
tradizione
circa le
vicende
della
traslazione
(miracolosa!)
della
casetta di
Nazareth a
Loreto”: un
fatto
storico
perciò
indubitabile!
In
proposito,
lo stesso
San Giovanni
Paolo II si
compiacque
di
attestarmi
la sua
approvazione
e
benedizione
ad un mio
libro – dal
titolo “La
veridicità
storica
della
Miracolosa
Traslazione
della Santa
Casa di
Nazareth a
Loreto” -:
libro da me
scritto e
fattogli
pervenire
nel gennaio
2005
(cfr.
allegato 12).
Così anche,
ad una mia
interpellanza,
Benedetto
XVI
inviò nel
dicembre
2005 al
Vescovo di
Loreto una
preghiera da
recitarsi
nel
Santuario
(cfr.
allegato 13,
pp.1-2),
ove
“conferma”
ancora
l’autenticità
della Santa
Casa:
preghiera
tuttavia che
è stata del
tutto
decurtata ed
occultata
nel
Santuario
Lauretano
dagli
attuali
“responsabili”
della
Basilica
Pontificia
Lauretana,
che
propugnano e
diffondono
da circa un
trentennio
una
dissacrante,
falsa e
mistificatrice
“ipotesi” di
“un
trasporto
umano” di
sole “sante
pietre”
della Santa
Casa,
negando in
tal modo –
oltre alla
“miracolosità”
della
traslazione
-, anche la
stessa
autenticità
della Santa
Casa,
ritenendola
solo un
semplice
assemblaggio
di alcune
sole “sante
pietre”
prelevate
dalla Santa
Casa di
Nazareth.
Così si è
“distrutta”
in un
trentennio
sette secoli
di storia ed
il relativo
culto della
Santa Casa
e ciò che
essa – quale
“reliquia” -
richiama: la
realtà
dell’Incarnazione
del Figlio
di Dio.
►Em.mo
Signor Card.
GERHARD
LUDWIG
MULLER,
quanto
le ho sopra
riportato
sono i
pronunciamenti
e gli
interventi
più
rilevanti
avutisi dal
Magistero
Ordinario
dei Sommi
Pontefici
durante i
sette secoli
trascorsi:
ma non sono
gli unici
quelli da me
sopra
indicati;
altri ancora
ne
esisterebbero,
che non ho
riportato, e
che insieme
a
innumerevoli
prove
storiche ed
archeologiche
“confermano”
inequivocabilmente
la “verità
storica”
delle
“Miracolose
Traslazioni”
della Santa
Casa.
Di
fronte,
perciò, a
tutti i
sopra
riportati
pronunciamenti
solenni ed
inequivocabili
di tutti i
Sommi
Pontefici,
dal XIII
secolo sino
ad oggi, per
sette
secoli, come
è possibile
che possa
essere vero
quanto ha
recentemente
scritto il
Vescovo di
Loreto Mons.
Giovanni
Tonucci, che
cioè la Sua
Congregazione
per la
Dottrina
della Fede
avrebbe
confermato -
ad
interpellanza
dello stesso
Vescovo -
che “non
esiste un
pronunciamento
che possa
permettere
di indicare
il trasporto
angelico
della Santa
Casa come
definito dal
Magistero
ordinario e
straordinario
della
Chiesa”?
Mi
addolora qui
richiamare e
denunciare
che quanto
viene
propugnato e
diffuso
dalla
Basilica
Pontificia
Lauretana da
circa un
trentennio è
frutto di
una
colossale e
diabolica
(!)
mistificazione
e
falsificazione
storica,
avviatasi
nel 1980
dall’attuale
Direttore
della
“Congregazione
Universale
della Santa
Casa”, il
Padre
Giuseppe
Santarelli,
che –
nonostante
dimostrazioni
irrefutabili
delle sue
falsificazioni
documentali
e storiche
da me e da
altri
denunciate e
dimostrate
da tanti
anni (cfr.
www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
e
www.telemaria.it)
- ha avuto
ancora
l’ardire
sfrontato di
ripubblicare
una nuova
edizione del
suo
principale
testo
mistificatorio,
pieno di
“falsità” e
di
“falsificazioni”
storiche.
Per una più
ampia
libertà di
operare in
tale opera
mistificatrice
si è ora
voluto
dall’attuale
Vescovo di
Loreto
coinvolgere
persino
l’autorità
della Sua
Congregazione
per la
Dottrina
della Fede,
al fine di
dare alle
stampe quel
rinnovato
libro del
Padre
Giuseppe
Santarelli,
edito negli
scorsi mesi,
in cui sono
di nuovo
presentate e
propugnate
“ipotesi
fantasiose”,
inesistenti
e
fuorvianti,
con
reiterate ed
ampliate
“falsificazioni
storiche”
dei
documenti e
degli autori
antichi e
dei
pronunciamenti
pontifici,
che io avevo
già
denunciato
innumerevoli
volte anche
con
regolare
“consegna
canonica”
per “delitto
di falso”,
del quale
però mai si
è voluto
tenere conto
dalle
Autorità
Ecclesiastiche
interpellate,
omettendo -
per “dolo” o
“negligenza
grave”
(cfr. C.D.C.
can.1457) -
gli
accertamenti
moralmente e
canonicamente
obbliganti
(cfr. C.D.C.
can.1453)
(cfr.
allegato 14).
Insieme alla
richiesta di
una risposta
chiarificatrice
ed ufficiale
a quanto
indicato in
oggetto,
rimetto
perciò alla
Sua
competenza,
Card.
Muller,
anche
l’allegata
denuncia
per “il
delitto di
falso”
(cfr.
allegato
15, pp.1-8),
perché dalla
Sua
Congregazione,
deputata
alla difesa
della Fede,
si
intervenga
definitivamente
a
sconfessare
ed a far
cessare
“l’apostasia
lauretana”
dalla
“verità
storica”
sulla Santa
Casa, come
avvenuto
purtroppo in
questo
ultimo
trentennio.
Rimanendo
disponibile
per ogni
ulteriore
approfondimento
e
chiarimento,
ed anche ad
eventuali
Udienze
chiarificatrici,
con profonda
stima e
fiducia
nella Sua
persona, mi
professo
devoto
figlio della
Santa Chiesa
Cattolica,
assicurandoLe
un
particolare
ricordo
nella
preghiera
alla Vergine
Immacolata.
In
fede.
|
SU ALCUNE
TESTIMONIANZE
DEL
CHARTULARIUM
CULISANENSE,
SULLE FALSE
ORIGINI
DELL’ORDINE
COSTANTINIANO
ANGELICO DI
SANTA SOFIA
E SU TALUNI
SUOI
DOCUMENTI
CONSERVATI
PRESSO
L’ARCHIVIO
DI STATO DI
NAPOLI
IL PROF.
ANDREA
NICOLOTTI
SCRIVE AL
PROF.
NICOLINI
DIMOSTRANDO
IL "FALSO
STORICO"
DEL
"CHARTULARIUM
CULISANENSE"
Torino, 5
ottobre 2012
Gentile
prof.
Nicolini,
vedo che nel
suo sito
dedicato
alla Casa di
Loreto si
tratta del
cosiddetto
“Chartularium
Culisanense”.
Non ho al
momento
competenza
per entrare
nella
discussione
in merito a
Loreto, ma
volevo
semplicemente
segnalare di
aver appena
pubblicato
un articolo
in cui
dimostro
chiaramente
che il
Chartularium
Culisanense,
posto che
sia mai
esistito in
una forma
anteriore
alla copia
ottocentesca
ora
sopravvissuta,
è un falso
moderno.
Lo può
scaricare
dal sito
della
rivista
"Giornale di
storia"
(www.giornaledistoria.net)
(l'intero
studio è
prelevabile
cliccando
QUI)
Saluti
cordiali.
Andrea
Nicolotti
Dipartimento
di Studi
Storici
Università
degli Studi
di Torino
LA RISPOSTA
DEL PROF.
GIORGIO
NICOLINI
Ancona, 5
ottobre 2013
Gent. Prof.
Nicolotti,
La ringrazio
molto del
suo prezioso
studio
inviatomi,
comprovante
IL FALSO
STORICO del
"Chartularium
Culisanense".
Nell'indirizzo
Internet
www.lavocecattolica.it/inconsistenza.cartularium.pdf
Le ho
pubblicato
alcune
pagine del
mio libro LA
VERIDICITA'
STORICA
DELLA
MIRACOLOSA
TRASLAZIONE
DELLA SANTA
CASA DI
NAZARETH A
LORETO, ove
già avevo
dimostrato
che, al di
là
dell'autenticità
del
"Chartularium",
tale
documento è
del tutto
estraneo
alla storia
della Santa
Casa di
Loreto ed
arbitrariamente
e
maldestramente
utilizzato
dal Padre
Santarelli
per negare
la verità
sia
dell'autenticità
della Santa
Casa (nella
sua
integralità)
e sia la
verità
storica
delle
MIRACOLOSE
TRASLAZIONI.
Il Suo
studio mi
certifica
ancor più e
in modo
ancor più
documentato
quanto avevo
sempre
sostenuto
circa
l'inconsistenza
e la falsità
di quel
documento.
Ho già
inviato il
Suo studio
direttamente
al Santo
Padre
Benedetto
XVI, subito
dopo la sua
partenza da
Loreto il 4
ottobre
u.s., per
renderlo
edotto del
Suo prezioso
studio,
sconfessante
le
dissacrazioni
avvenute
nella
Basilica
Pontificia
Lauretana
nell'ultimo
trentennio,
con
l'utilizzazione
di un FALSO
STORICO, per
negare la
VERITA'
dell'autenticità
della Santa
Casa e delle
sue
Miracolose
Traslazioni.
La ringrazio
vivamente
del Suo
contributo.
Contraccambio
i cordiali
saluti.
Prof.
GIORGIO
NICOLINI.
|
LA DENUNCIA
CANONICA
PER IL
"DELITTO DI
FALSO"
Ecc.za
Rev.ma Mons.
EDOARDO
MENICHELLI
Arcivescovo
Metropolita di
Ancona-Osimo
Piazza del
Senato, 7 -
60121 ANCONA
OGGETTO: La
storia delle
“Miracolose
traslazioni”
e il culto
della Santa
Casa di
Nazareth a
Loreto –
Richiesta di
apertura
procedura
canonica per
“delitto di
falso” (can.
1391)
riguardo
alla
“questione
lauretana”.
Con rif. al
Prot.
n.241/06 di
Mons.
Edoardo
Menichelli,
Arcivescovo
di Ancona, e
con rif. al
Prot.
1802/05/L
presso
“Congregatio
de Cultu
Divino et
Disciplina
Sacramentorum”.
Il testo
originale è
prelevabile
cliccando
QUI
Ancona,
giovedì 24
agosto 2006
San
Bartolomeo,
Apostolo
Ecc.za
Rev.ma,
nell’odierna
Festa
Liturgica
del grande
apostolo San
Bartolomeo,
il cui
iniziale
scettico ed
erroneo
interrogativo
su Gesù
ancora
risuona
nelle parole
eterne dal
Vangelo: “DA
NAZARETH
PUO’ MAI
VENIRE
QUALCOSA DI
BUONO?”
(Gv.1,46),
voglio
anzittutto
esprimerLe
la mia
gratitudine
per
l’Udienza
concessami
in data
odierna, in
relazione
alla mia
richiesta di
un
intervento
canonico e
autoritativo
nei riguardi
di alcuni
operatori
della
Basilica
Pontificia
Lauretana -
in specie
nei riguardi
del Padre
Giuseppe
Santarelli,
Direttore
della
“Congregazione
Universale
della Santa
Casa” -, i
quali,
nell’ultimo
trentennio,
hanno
operato una
grave e
sacrilega
“falsificazione”
della storia
della Santa
Casa di
Nazareth a
Loreto e
delle sue
“Miracolose
traslazioni”,
inficiandone
gravemente
la storia ed
il culto,
che ora non
è più
ricordato e
celebrato
neppure
secondo le
norme ed i
riti
disposti
dalla Santa
Chiesa
Cattolica,
da circa
sette
secoli.
Nel
richiedere a
Sua Ecc.za
Rev.ma,
quale
Arcivescovo-Metropolita
di Ancona,
sotto la cui
giurisdizione
ricade anche
la Diocesi e
il Santuario
di Loreto,
di adempiere
a tutte le
disposizioni
canoniche
previste a
riguardo del
“delitto di
falso” (can.
1391 C.D.C.)
- con i
conseguenti
opportuni
“provvedimenti”
canonici da
adottare
contro i
responsabili
di tale
“apostasia
lauretana”
-, al fine
di “fissare”
le
principali
richieste
che Le
volevo in
proposito
presentare,
mi permetto
di lasciarLe
la presente
Lettera, a
modo di
“pro-memoria”,
rimandando -
per ogni
specifico
approfondimento
- ad altri
incontri che
vorrà
benevolmente
programmare
e
concedermi,
finalizzati
ad
illustrarLe
nel
dettaglio le
“gravi
falsificazioni
documentali”
inerenti il
tema in
oggetto.
In
particolare
intendo qui
denunciare
la
principale
opera
mistificatrice
sulla
“questione
lauretana”,
da cui sono
discese
tutte le
altre, cioè
il libro del
Padre
Giuseppe
Santarelli
“LA SANTA
CASA DI
LORETO”
(nelle sue
varie
edizioni),
che ben
definirei
come “Il
Codice da
Vinci
Lauretano”,
dato che per
oltre la
metà dei
suoi
contenuti è
frutto di
fantasiose,
romanzesche
e
inesistenti
congetture,
dissacratorie
della
“Verità
Lauretana”,
supportate
in un modo
molto
sofisticato
mediante un
innumerevole
uso - da
parte
dell’autore
- di
“manipolazioni”
e
“falsificazioni”
storiche e
documentali.
Ciò
lo scrissi
apertamente
allo stesso
Padre
Santarelli
(come
pubblicato e
leggibile
anche nel
mio Sito
Internet:
http://www.lavocecattolica.it/santacasa.htm),
ove gli
dichiaravo,
tra l’altro:
“Nel Suo
principale
libro “LA
SANTA CASA
DI LORETO”
(edizione
del 2003),
che ha dato
origine alla
“falsa
ipotesi” del
trasporto
umano della
Santa Casa,
Lei svolge
una vasta e
sistematica
trattazione
volta a
voler
dimostrare,
davvero “a
tutti i
costi”, tale
Sua “nuova
ipotesi” del
“trasporto
umano”, con
l’intento
esplicito,
da Lei
scritto alla
fine del
libro (cfr.
pag.485),
“Qui si è
cercato di
dimostrare
che il
materiale
del nucleo
originario
della Santa
Casa, in
tutto o in
parte, può
considerarsi
nazaretano e
che il
trasporto
miracoloso
può essere
ritenuto
un’amplificazione
letteraria
successiva”.
Tuttavia,
gli
“ignari” ed
“inesperti”
lettori del
Suo libro
non possono
verificare
in alcun
modo che una
molteplicità
di
documentazioni
ed
argomentazioni
da Lei
riportate ed
esposte nel
Suo libro -
a
“dimostrazione”
delle Sue
“ipotesi” -
sono
talvolta del
tutto “prive
di
fondamento”
(cfr. le
pagine
235-297)
e
non
raramente
sono
“alterate” e
“manipolate”,
e perciò
“falsificate”,
cambiandone
il senso
originario e
l’intenzione
autentica
degli autori
delle
“documentazioni”
da Lei
riportate,
che invece,
nella realtà
del
documento
“autentico”,
sconfessano
totalmente
le Sue
“false”
“ipotesi”.
(…). In
proposito,
persino ad
alcuni Papi,
come Paolo
II e Leone X
(cfr. le
pagine
366-369),
Lei
“stravolge”
le parole
dei testi
delle loro
“Bolle
Papali”,
facendo dire
ad essi ciò
che pensa
Lei e non
ciò che
essi,
insigniti
della
Suprema
Autorità
Apostolica,
hanno
“realmente”
“affermato”
e “scritto”,
confermando
da parte
loro – quali
“Vicari di
Cristo” –
sia
“l’autenticità”
della “Santa
Casa” come
anche delle
“Miracolose
Traslazioni”
di essa,
mentre Lei
fa credere
il
contrario.
Anche ai più
importanti e
antichi
autori
attestanti
“la
Tradizione
Storica” -
come il
Beato
Giovanni
Battista
Spagnoli, il
Teramano, il
Ricci, ed
altri ancora
- Lei fa
loro dire il
contrario di
quanto essi
hanno
“realmente”
scritto.
Essi parlano
“solo” e
“soltanto”
delle
“traslazioni
miracolose”,
per “il
ministero
angelico”
(gli
“angeli” del
Cielo!...),
mentre Lei -
con contorte
argomentazioni
e
“stravolgendo”
il senso
delle loro
parole e dei
loro scritti
- fa credere
ai lettori
che essi
abbiano
parlato di
una
“traslazione”
della Santa
Casa
avvenuta
“per mare”,
mediante “la
nave”, e non
per “il
ministero
angelico”
(cfr. le
pp.369-400).
Così
ugualmente
fa nel
citare
innumerevoli
“icone”
(cfr. le
pagine
401-472).
Poiché così
è (e lo
dimostrerò
punto per
punto!), il
Suo libro
come può
allora
essere
definito un
libro
“storico”?...
In realtà,
il Suo libro
“LA SANTA
CASA DI
LORETO”, è
invece un
libro che
opera una
autentica
“falsificazione
storica”!...
E
con questa
“falsificazione
storica” Lei
- al di là
sicuramente
delle Sue
“buone”
intenzioni
iniziali -
ha ottenuto
il solo
risultato di
“confondere”
e “far
smarrire”
all’intera
Chiesa “la
verità”
della
“Traslazione
Miracolosa”
della Santa
Casa e
“l’autenticità”
stessa della
“reliquia
nazaretana”.
Siamo ormai
giunti al
punto che –
negli anni
recenti – in
tale
“smarrimento”
siano potuti
“incappare”
(pur in
totale buona
fede)
persino
“eminenti” e
“sante”
personalità
ecclesiastiche…
e che nulla
ormai
“sembra” che
si voglia
fare - da
parte delle
Autorità
Ecclesiastiche
- per
“ripristinare
la
verità”!...
Tuttavia
Lei stesso,
nel Suo
libro sopra
citato,
scrive
anche,
riguardo
all’ipotesi
del
“trasporto
umano”:
“Questo
discorso,
ovviamente,
è svolto
soltanto su
un piano
ipotetico,
non
essendoci
documenti
espliciti in
materia…”
(cfr.
pag.297).
Infatti è
proprio
così…
Eppure il
Suo libro è
“pieno” di
documenti
“manipolati”
e
“stravolti”,
che vengono
citati come
se
costituissero
“l’esplicita”
“dimostrazione”
della
“verità”
delle Sue
“false
ipotesi”!...
Sta di fatto
che
attualmente
le Sue
“ipotesi”
(“false”)
sono
divenute “la
verità
ufficiale”
del
Santuario
Lauretano,
pur “non
essendoci
documenti
espliciti in
materia”,
come Lei
stesso ha
dichiarato
nel Suo
libro.
Invece,
delle
autentiche
“prove”
storiche,
archeologiche
e
scientifiche
e delle
“approvazioni”
della Chiesa
non se ne
parla più in
alcun modo:
tutto viene
“occultato”
a Loreto!...
Avviene,
anzi, al
contrario,
che ogni
apporto
“nuovo” che
viene
offerto per
dimostrare
“la verità”
della
“Traslazione
Miracolosa”
e
“l’autenticità”
della
reliquia
della “Santa
Casa” viene
“rifiutato”.
Così
scrivevo al
Padre
Santarelli,
in una
Lettera
Aperta del
17 novembre
2005, e qui
riconfermo a
Lei, Ecc.za
Rev.ma,
tutte le mie
denunce,
chiedendo di
nuovo -
esplicitamente
e
“ufficialmente”
- di
intervenire
d’autorità,
o di far
intervenire
d’autorità a
chi compete,
presso la
Basilica
Pontificia
Lauretana,
per far
togliere ed
impedire
l’ulteriore
diffusione
di questo
testo del
Padre
Santarelli e
di altri
testi
consimili,
da esso
derivati, e
propagati
dalla stessa
Basilica,
ingannando
così milioni
di
pellegrini
“indifesi”,
che
confluiscono
nella Santa
Casa e alla
conoscenza
della sua
storia con
una fede
“semplice” e
facilmente
ingannabile.
Tale libro,
infatti, non
riporta “la
verità”
sulla
“questione
lauretana”,
ma “LA
MENZOGNA” ed
è
inaccettabile
e
“GRAVEMENTE
IMMORALE”
che
all’interno
della Santa
Chiesa possa
essere
autorizzata
una così
“grave” e
“colossale
menzogna”
dissacratrice
delle opere
meravigliose
di Dio e
della
Vergine
Maria,
attuate
davvero
“miracolosamente”,
per il bene
della Chiesa
e per la
Salvezza
dell’Umanità,
e sempre
“approvate”
nella sua
autenticità
da tutti i
Sommi
Pontefici,
nelle forme
più
ufficiali e
solenni del
Magistero
Ordinario,
da sette
secoli.
Tali mie
denunce le
avevo già
formulate in
varie
corrispondenze
degli anni
passati ad
altri
“responsabili”
e ancor più
formalmente
in una
Lettera
scritta a
Mons. Angelo
Comastri (in
data 1°
novembre
2004),
quando era
Arcivescovo
di Loreto.
Tali
innumerevoli
Lettere
scritte
negli ultimi
anni sono
già a Lei in
parte
pervenute.
Nell’ultimo
anno si è
associato a
me anche
l’Avv. Prof.
Francesco
Dal Pozzo da
Firenze, che
- a mio nome
– ha fatto
pervenire
innumerevoli
altre
petizioni e
documentazioni
ad altre
Autorità
Ecclesiastiche
delle
“Congregazioni
Vaticane” ed
anche a Sua
Santità
Benedetto
XVI.
In
proposito,
in passato
avevo anche
fatto dei
tentativi –
a partire
dal 1996 -
per ottenere
un colloquio
diretto con
il “santo”
Pontefice
Giovanni
Paolo II,
recandomi
anche
direttamente
in Vaticano.
Ma una tale
Udienza –
essendo
privo
dell’accompagnamento
del mio
Vescovo –
non mi
veniva mai
autorizzata
dalle
persone
addette alle
prenotazioni.
In
proposito,
il Suo
Segretario
Don Carlo
Spazzi potrà
attestarLe
di
telefonate
da me a lui
fatte
direttamente
dal
Vaticano,
ove gli
richiedevo
di far
telefonare
in Vaticano
il Suo
predecessore
Mons. Franco
Festorazzi,
perché
confermasse
e attestasse
a suo nome
la mia
richiesta di
Udienza con
il Santo
Padre. Non
so, in
proposito,
se Don Carlo
ne abbia poi
effettivamente
parlato con
Mons.
Festorazzi.
Circa due
anni fa
composi,
infine, il
libro “La
veridicità
storica
della
Miracolosa
Traslazione
della Santa
Casa di
Nazareth a
Loreto”, in
preparazione
ad un
incontro
chiarificatore
e risolutivo
con Mons.
Comastri. In
proposito,
l’ex-Arcivescovo
di Loreto,
Mons. Angelo
Comastri,
alla mia
Lettera del
1° novembre
2004 mi
rispose con
un’altra
Lettera,
datata 8
novembre
2004, ove mi
scrisse
(testualmente):
“Gent.mo
Prof.
Nicolini, la
ringrazio
per il
materiale
inviatomi
circa la
questione
della
traslazione
della Santa
Casa, che
leggerò con
attenzione,
data la
rilevanza
del fatto.
Quanto ad un
possibile
incontro,
sarà mia
premura
chiamarla,
anticipandole
che sarà
possibile
dopo le
feste
natalizie e
prima
dell’Epifania”.
Purtroppo
quella
“chiamata”
non mi venne
mai fatta,
né vennero
soddisfatte
le richieste
da me
avanzate
nella stessa
Lettera, e
si continuò
a Loreto, e
si continua
ancora con
sempre
maggiore
gravità
nell’apostasia
dalla
verità,
utilizzando
ora
“pretestuosamente”
persino un
“errore
storico”
dell’ex-Card.
Ratzinger
(ora
Benedetto
XVI)
per far
confermare
in modo
definitivo
“la
menzogna”, e
così
continuare
impunemente
e falsamente
ad
affermare,
in
pubblicazioni
“ufficiali”
della
Basilica
Lauretana,
che nel
Santuario
Pontificio
di Loreto vi
sarebbero
solo delle
semplici
“pietre”
prelevate
dagli uomini
dalla Santa
Casa di
Nazareth e
lì
trasportate
“con la
nave” da
indefiniti
“crociati” o
da una
famiglia
principesca
orientale.
Da cui ne
consegue che
a Loreto
“non c’è” la
reliquia
“autentica”
della Santa
Casa di
Nazareth, ma
solo delle
“pietre”
“prelevate”
da essa!...
Nei miei
innumerevoli
scritti -
anche a Lei
noti - ho
però
dimostrato
in modo
inequivocabile
come tali
affermazioni
siano
destituite
di ogni
fondamento
storico e
come, oltre
ad essere
smentite
anche
dall’archeologia
e dalla
scienza,
esse siano
il frutto di
una
autentica
FALSIFICAZIONE
DISSACRATRICE,
esposte
inizialmente
in forma di
“ipotesi”
(false!),
che però
diedero
inizio -
circa 30
anni fa - ad
autentiche
“falsificazioni”
documentali
generalizzate.
Tali
“falsificazioni
documentali”
generalizzate
sono state
fatte e
continuano
ad essere
fatte allo
scopo
evidente di
sostenere “a
tutti i
costi” la
validità
della nuova
(falsa)
“ipotesi” di
studio, e
scalzare
definitivamente
“la verità”
dell’autenticità
della Santa
Casa e delle
sue
“Miracolose
traslazioni”,
come ha
scritto
espressamente
lo stesso
Padre
Santarelli
nel suo
libro sopra
denunciato:
“Qui si
è cercato di
dimostrare
che il
materiale
del nucleo
originario
della Santa
Casa, in
tutto o in
parte, può
considerarsi
nazaretano e
che il
trasporto
miracoloso
può essere
ritenuto
un’amplificazione
letteraria
successiva”
(cfr.
pag.485).
Così in tre
decenni i
nuovi
“studiosi”
sono
riusciti a
“sradicare”
la “verità
storica”
della
presenza a
Loreto
dell’autentica
Santa Casa
di Nazareth
e la “verità
storica”
delle sue
“MIRACOLOSE
TRASLAZIONI”,
facendo così
abbandonare
la
“tradizione”
e i
pronunciamenti
“ufficiali”
e “secolari”
(pur essi
spesso
“falsificati”)
dei Sommi
Pontefici e
delle
Congregazioni
Vaticane
competenti e
seminando
confusione e
smarrimento
nelle menti
dei fedeli
di tutto il
mondo,
facendo di
conseguenza
abbandonare
in tutta la
Chiesa la
grata
venerazione
dovuta a
tale
straordinaria
“reliquia
nazaretana”
e al divino
e
straordinario
“evento” che
l’ha
condotta
“miracolosamente”
sino a
Loreto, dopo
essere stata
“in vari
luoghi” tra
cui, per
nove mesi,
anche in
Ancona, nel
1295, in
località
Posatora.
Tutto ciò ha
perciò
costituito
una
autentica
sacrilega
“dissacrazione”
della
“tradizione
lauretana” e
del “culto”
stesso
praticato
verso la
Vergine
Lauretana,
che
attualmente,
purtroppo,
non è più
proposto e
non è più
fondato
sulla
“verità
storica”
tramandata
dalla
“tradizione”
e
sull’obbedienza
al Magistero
Ordinario
della Chiesa
Cattolica.
La Chiesa,
infatti, ha
sempre
insegnato e
fatto
celebrare
“la
miracolosità”
delle
“molteplici
traslazioni”
della Santa
Casa e non
ha mai
proposto -
come oggi
invece
avviene a
Loreto - il
“falso” e
mai avvenuto
“trasporto
umano” di
“semplici”
“pietre”
“prelevate”
dalla Santa
Casa di
Nazareth
(che perciò
non si
troverebbe
a
Loreto!...).
Seppure
profondamente
addolorato e
con sincero
ed umile
rispetto
avevo
scritto già
due anni fa
a Mons.
Comastri,
quando era
Arcivescovo
di Loreto
(dopo
precedenti
richieste
disattese),
“avvertendolo”
che
il
mancato
“ripristino”
della
“verità
storica” e
la
prosecuzione
della
diffusione
della
“falsificazione
storica”
operata
dalla stessa
Basilica
Pontificia
Lauretana,
mi avrebbe
obbligato
“in
coscienza”
ad una
“denuncia” e
“confutazione”
pubblica dei
“responsabili”
di tali
“falsificazioni
documentali”.
Constatato,
perciò, come
fossero
rimaste
disattese
tutte le
precedenti
istanze,
obbligato
dalla mia
“coscienza”,
mi sono
trovato
purtroppo
costretto ad
iniziare a
fare, negli
ultimi due
anni, le
denunce e
confutazioni
“pubbliche”
preavvertite,
dopo aver
tentato
degli
ulteriori
“ultimi” e
“caritatevoli”
(ma
purtroppo
“inutili”)
“tentativi”
di richiamo
alla
“resipiscenza”
presso il
Padre
Giuseppe
Santarelli,
Direttore
della
“Congregazione
Universale
della Santa
Casa” e
principale
responsabile
delle
“falsificazioni”
operate e,
nell’ultimo
anno, anche
a Mons.
Gianni
Danzi,
attuale
Arcivescovo
di Loreto.
Avevo anche
rivolto al
riguardo più
“appelli” ad
altre
Autorità
Ecclesiastiche
responsabili:
ma purtroppo
sono rimasti
- a
tutt’oggi -
sempre
“inascoltati”
o,
addirittura,
“respinti”.
Avendo Lei
già avuto,
Ecc.za
Rev.ma, da
parte mia,
molto
materiale
“documentativo”,
che - dietro
Sua
richiesta -
potrò
all’occorrenza
ampliarLe
ulteriormente,
Le
sintetizzo
in questo
scritto le
VERITA’
IRRINUNCIABILI
e
INELUDIBILI
che - con
sincera
umiltà e
rispetto
- Le
supplico –
per quanto a
Lei compete
quale
Arcivescovo-Metropolita
– di FAR
RIPRISTINARE
CON
AUTORITA’
nella
Basilica
Lauretana,
memori di
quel severo
monito della
Parola
Divina:
“Chi dunque
sa fare il
bene e non
lo compie,
commette
peccato”
(Gc.4,17).
Essendo la
Santa Casa
di Loreto e
la sua
“straordinaria
storia” un
bene
inestimabile
per tutta la
Chiesa e per
tutta
l’Umanità,
di cui
ognuno di
noi
cristiani
non può non
sentirsi
“responsabile”,
memore anche
delle parole
di San Paolo
-
“rifiutando
le
dissimulazioni
vergognose,
senza
comportarci
con astuzia
né
falsificando
la parola di
Dio, ma
annunziando
apertamente
la verità,
ci
presentiamo
davanti a
ogni
coscienza,
al cospetto
di Dio”
(2^Cor.4,2),
in
obbedienza
alla mia
coscienza e
alle norme
del Codice
di Diritto
Canonico
(cfr.
can.1391),
in
particolare
del can.212
(§.3) - che
dichiara:
“In modo
proporzionato
alla
scienza,
alla
competenza e
al prestigio
di cui
godono, (i
fedeli)
hanno il
diritto, e
anzi
talvolta
anche il
dovere, di
manifestare
ai Sacri
Pastori il
loro
pensiero su
ciò che
riguarda il
bene della
Chiesa; e di
renderlo
noto agli
altri
fedeli,
salva
restando
l’integrità
della fede e
dei costumi
e il
rispetto
verso i
Pastori,
tenendo
inoltre
presente
l’utilità
comune...” -,
nell’odierna
Udienza
concessami,
di cui Le
sono
profondamente
grato, Le
chiedo di
nuo vo, con
umile
franchezza e
fermezza,
per il bene
delle anime
redente dal
Sangue di
Cristo e ad
onore e
gloria della
Santa
Chiesa, di
avviare le
procedure
canoniche e
operative
sopra
indicate, a
riguardo del
“delitto di
falso”, per:
-
BANDIRE
per sempre
dalla
Basilica
Lauretana le
“false”
“ipotesi” di
un trasporto
umano delle
“semplici”
“pietre”
della Santa
Casa di
Nazareth,
facendo
togliere o
correggendo
le relative
pubblicazioni
e
“falsificazioni”
in esse
presenti che
lo
propongono,
e che hanno
“ingannato”
e continuano
ad
“ingannare”
milioni di
pellegrini e
l’intera
Chiesa.
-
RIPROPORRE
solennemente
l’insegnamento
del
Magistero
Ordinario
della
Chiesa, che
si è
pronunciata
al riguardo
da sette
secoli,
“approvando”
in un modo
ininterrotto
e
inequivocabile,
con
centinaia di
scritti e
Bolle Papali
“ufficiali”
e “solenni”,
“la verità”
delle
“traslazioni
miracolose”
della Santa
Casa.
-
FAR
CONOSCERE
gli scritti
e le
documentazioni
“autentiche”,
sia delle
“approvazioni
pontificie”,
come degli
studi
storici,
archeologici
e
scientifici
comprovanti
la verità
storica
delle
“miracolose
traslazioni”.
-
CHIARIRE
in modo
inequivocabile
che a Loreto
non ci sono
solo delle
“pietre”
“prelevate”
dalla Santa
Casa di
Nazareth, ma
che a Loreto
vi sono
invece
proprio le
“tre Sante
Pareti”
“integre”,
che a
Nazareth
costituivano
la “Camera
di Maria”,
addossata
davanti ad
una grotta,
ove la
Vergine
Santissima
ricevette
l’annuncio
angelico e
ove avvenne
l’Incarnazione
nel suo seno
del Figlio
di Dio.
-
CELEBRARE
il 10
dicembre di
ogni anno
“la Liturgia
della
Miracolosa
Traslazione”,
così come
l’ha voluta
la Santa
Chiesa e in
sincera
obbedienza
ad essa,
senza più
“equivoci”
riguardo
alla
“miracolosità”
di questa
opera divina
e cessando,
perciò, di
confonderla
e di farla
confondere
con le
“false
ipotesi” di
un trasporto
umano delle
“semplici”
“pietre”
della Santa
Casa di
Nazareth,
che negano
la “reale
presenza” a
Loreto della
autentica
“reliquia”
nazaretana
della Santa
Casa.
-
APPROFONDIRE
la ricerca
storica, nel
promuovere
il
reperimento
di nuove
documentazioni
storiche,
archeologiche
e
scientifiche
sempre più
“probative”
a riguardo
della
“miracolosità”
della
Traslazione
della Santa
Casa di
Nazareth.
Ecc.za
Rev.ma,
mi permetta
ancora un
richiamo
alle Parole
Divine di
San Paolo:
“Noi non
siamo come
quei molti
che
mercanteggiano
la parola di
Dio, ma con
sincerità e
come mossi
da Dio,
sotto il suo
sguardo, noi
parliamo in
Cristo”
(2^Cor.2,17),
poiché
“non
v'è creatura
che possa
nascondersi
davanti a
lui, ma
tutto è nudo
e scoperto
agli occhi
suoi e a lui
noi dobbiamo
rendere
conto”
(Ebr.4,13).
Comprende,
perciò, “il
perché” a me
sia
impossibile
“tacere” o
“nascondere”
“la verità”,
conoscendola.
Come
ci si potrà
giustificare,
infatti,
davanti a
Gesù e a
Maria - nel
giorno del
nostro
giudizio -
se si
continuerà
ancora (come
avvenuto per
tanti anni e
nonostante i
miei
ripetuti
richiami) ad
ingannare
l’intera
Chiesa e
tutti i
pellegrini
che vengono
nella
Basilica
Pontificia
Lauretana, e
nel
continuare a
perpetuare
tale inganno
ancora,
"coscientemente"?...
Non sta
scritto
nella Parola
Divina, come
riportato
sopra, nella
Lettera di
San Giacomo
(di cui la
Chiesa
Anconitana
ha l’onore
di custodire
la reliquia
del capo),
“Chi dunque
sa fare il
bene e non
lo compie,
commette
peccato”?
(Gc.4,17).
Poiché in
realtà
nessun altro
lo fa, può
comprendere,
Ecc.za
Rev.ma, “il
perché” mi
sia anche
coercitivo -
di fronte
alla mia
“coscienza”,
per non
peccare di
“omissione”
o di
“falsità” -
il rendere
sempre più
chiara di
fronte alla
Chiesa e
presso
l’opinione
pubblica non
solo “la
verità”
delle
“Miracolose
traslazioni”
della Santa
Casa di
Nazareth,
così come le
ha sempre
insegnate la
Santa Chiesa
e risulta
dalla “vera”
storiografia,
ma
mi è anche
obbligante
il far
conoscere le
“falsificazioni
dissacratorie”
avvenute, da
me tante
volte
“denunciate”,
utilizzando
per tale
scopo
l’umile ma
potente
mezzo
mondiale di
Internet
(con il mio
Sito
www.lavocecattolica.it),
non avendo -
nell’assoluta
povertà dei
mezzi a mia
disposizione
-
nient’altro
con cui
riuscire a
poter far
arrivare la
mia povera
“voce”, che
cerco di
alzare per
far
conoscere
“l’autentica
verità”
sulla
“storia”
delle
“Miracolose
traslazioni”
della Santa
Casa di
Nazareth a
Loreto e per
richiedere
di farla
“ripristinare”,
“…
affinché per
l’incuria
degli
uomini, che
di solito
offusca
anche le
cose più
insigni, non
sia
cancellato
il ricordo
di un fatto
così
meraviglioso”
(Beato
Giovanni
Battista
Spagnoli,
sulla
“miracolosa
traslazione”).
Poiché il
Sommo
Pontefice
San Felice
III, già nel
V secolo,
insegnava e
ammoniva che
NON
DIFENDERE LA
VERITA' VUOL
DIRE
SOPPRIMERLA
e che NON
OPPORSI AD
UN ERRORE
VUOL DIRE
APPROVARLO,
il Signore
Gesù e la
Vergine
Immacolata
Le saranno
profondamente
grati se
vorrà dare
seguito alle
mie
richieste,
come sopra
indicate,
secondo le
Sue
specifiche
responsabilità
di
Arcivescovo-Metropolita,
sotto cui
dipende
anche la
Diocesi di
Loreto.
Professandomi
quale “umile
figlio della
Chiesa” ed
anche Suo
umile
figlio,
resto sempre
disponibile
per ogni
ulteriore
chiarimento
e
collaborazione,
secondo come
riterrà
opportuno
propormi ed
indicarmi.
Le chiedo, a
tale scopo,
anche la Sua
paterna
Benedizione,
assicurandoLa
del mio
quotidiano
ricordo
nella
preghiera,
in specie
alla Vergine
Lauretana,
per Lei e
per tutti
gli
operatori
(sacerdoti e
laici) della
nostra amata
Diocesi di
Ancona, i
cui Patroni
– San
Ciriaco e il
Beato
Gabriele
Ferretti –
certamente
aiuteranno
in questo
difficile
cammino di
“conversione”
a cui tutti,
ogni giorno,
dobbiamo
tendere per
operare la
nostra
santificazione
e pervenire
alla
Salvezza
Eterna della
nostra
anima.
In fede.
Prof.
GIORGIO
NICOLINI
Via Maggini,
230 – 60127
ANCONA
Tel./Fax
071.83552 –
Cell.
339.6424332
|
|
ALLA FINE IL
MIO CUORE
IMMACOLATO
TRIONFERA'
UN PROGETTO
DIVINO DI
SALVEZZA CHE
ATTRAVERSA I
SECOLI
GERUSALEMME-ROMA-NAZARETH-TERSATTO-LORETO-Lourdes-Fatima-ANCONA-MEDJUGORJE
|
ANCONA,
CITTA'
DELLA
FEDE, ED
I SUOI
SANTI
Ancona
è
ricca
di testimonianze
religiose
davvero
rare,
al
punto
da
essere
definita
"Città
della
Fede",
per
il
motivo
di
essere
stata
tra
le
primissime
città
al
mondo
a
ricevere,
ad
abbracciare
ed a
diffondere
la
Fede
Cristiana,
circa
nell'anno
35,
proprio
immediatamente
dopo
la
Morte
e la
Risurrezione
di
Gesù
Cristo. Le
storie
di
molte
reliquie
e di
molti Santi
legati
alla
città
sono
state
raccolte
- e
indicate con
il
collegamento
in
Internet
-
nel
Calendario
2015
di
Tele
Maria
-
Scarica
e
diffondi
liberamente
in
Internet
(Siti,
Facebook,
Twitter,
Linkedin,
ecc,)
il
Calendario
2015
di
Tele
Maria
dall'indirizzo:
www.telemaria.it/CalendarioTeleMaria2015.pdf
|
|
|
|
AL
VESCOVO DI
ANCONA
NUOVO
CARDINALE E
NUOVO
PRESIDENTE
DELLA
CONFERENZA
EPISCOPALE
MARCHIGIANA
E' STATO
ASSEGNATO IL
TITOLO DELLA
CHIESA DEI
SACRI CUORI
DI GESU' E
DI MARIA
CHE NE
RICHIAMA IL
COMPITO
DI ESSERE IL
SUPREMO
CUSTODE DI
QUELLA SANTA
CASA DI
NAZARETH IN
LORETO
IN CUI SI
FORMARONO I
CUORI DI
GESU' E DI
MARIA
SECONDO
COME HANNO
INSEGNATO IL
BEATO PIO IX
ED ALTRI
PAPI E SANTI
|
Il Beato Pio
IX nella
Bolla “Inter
Omnia” del
26 agosto
1852,
scrisse
della Santa
Casa di
Loreto, come
in essa si
formarono i
SACRATISSIMI
CUORI DI
MARIA E DI
GESU',
perché nella
Santa Casa
furono
"concepiti"
Gesù e
Maria, con i
loro
Sacratissimi
Cuori:
“Fra
tutti i
Santuari
consacrati
alla Madre
di Dio,
l’Immacolata
Vergine, uno
si trova al
primo posto
e brilla di
incomparabile
fulgore: la
veneranda ed
augustissima
Casa di
Loreto.
Consacrata
dai divini
misteri,
illustrata
dai miracoli
senza
numero,
onorata dal
concorso e
dall’affluenza
dei popoli,
stende
ampiamente
per la
Chiesa
Universale
la gloria
del suo
nome, e
forma ben
giustamente
l’oggetto di
culto per
tutte le
nazioni e
per tutte le
razze umane.
(…) A
Loreto,
infatti, si
venera
quella Casa
di Nazareth,
tanto cara
al Cuore di
Dio, e che,
fabbricata
nella
Galilea, fu
più tardi
divelta
dalle
fondamenta
e, per la
potenza
divina, fu
trasportata
oltre i
mari, prima
in Dalmazia
e poi in
Italia.
Proprio in
quella Casa
la
Santissima
Vergine, per
eterna
divina
disposizione
rimasta
perfettamente
esente dalla
colpa
originale, è
stata
concepita, è
nata, è
cresciuta, e
il celeste
messaggero
l’ha
salutata
piena di
grazia e
benedetta
fra le
donne.
Proprio in
quella Casa
ella,
ripiena di
Dio e sotto
l’opera
feconda
dello
Spirito
Santo, senza
nulla
perdere
della sua
inviolabile
verginità, è
diventata la
Madre del
Figlio
Unigenito di
Dio”.
(Beato Pio
IX, Bolla
“Inter
omnia” del
26 agosto
1852)
|
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|
Dagli
scritti
di San
Massimiliano
Maria
Kolbe:
“L’Immacolata
è quella
scala
lungo la
quale
noi
andiamo
al
Sacratissimo
Cuore di
Gesù.
E colui
che
rimuove
tale
scala
non
salirà
in alto,
ma
precipiterà
per
terra”.
"Cerchiamo
di
stare
ogni
giorno
sempre
più vicini
all'Immacolata;
allora,
ci
avvicineremo
sempre
più
al
Cuore
di
Gesù,
a
Dio
Padre,
a
tutta
la
SS.
Trinità,
perché
nessuna
delle
creature
è
così
vicina
alla
Divinità
come
l'Immacolata".
|
|
SI AUTORIZZA
E SI
RACCOMANDA
LA
DIFFUSIONE
DI QUESTI
TESTI
AD ALTRI
INDIRIZZI DI
POSTA
ELETTRONICA
E
L'INSERIMENTO
IN SITI
DELLA RETE
INTERNET
Diffondete
la buona
stampa tra
le persone
vostre
amiche e
conoscenti.
La buona
stampa entra
anche nelle
case dove
non può
entrare il
sacerdote, è
tollerata
persino dai
cattivi.
Presentandosi
non
arrossisce,
trascurata
non si
inquieta,
letta,
insegna la
verità con
calma,
disprezzata,
non si
lamenta
(San
Giovanni
Bosco)
|
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circa 12.000
indirizzi
presenti
nella Lista
dei Contatti
di "Tele
Maria". In
ottemperanza
della Legge
175 del
31/12/1996 e
delle nuove
norme del
Testo Unico,
entrate in
vigore dal
1° gennaio
2004
(articoli
136, 137 e
138 del
Titolo XII,
riguardanti
le modalità
dell'attività
di
giornalismo
e delle
espressioni
letterarie
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